Care sorelle e fratelli, abbiamo ascoltato questa pagina indimenticabile del Vangelo: il dialogo tra Gesù e Pietro. Immediatamente nel riascoltarla insieme avvertiamo l’intensità insostituibile del dialogo personale con il Signore. Un dialogo che ciascuno di noi vive, intraprende, intesse con il Signore.
Care sorelle e fratelli, il Vangelo ci consegna due immagini: l’immagine di Maria e l’immagine del pastori.
Care sorelle e fratelli, questo ultimo giorno dell’anno è stato contrassegnato dalla notizia della morte di Papa Benedetto XVI. Noi lo piangiamo e insieme lo affidiamo a Dio e ancora lo ringraziamo.
Care sorelle e fratelli, abbiamo udito l’annuncio del Vangelo del Natale. Il Natale è un Vangelo, una buona notizia, una buona notizia per ciascuno, una buona notizia per chi ci crede, una buona notizia per l’umanità intera. Il Natale di Gesù è il Vangelo.
Care sorelle e fratelli, benvenuti a questa Eucaristia notturna, ben ritrovati a questa celebrazione del Natale che avviene nel cuore della notte, quella notte illuminata dalla luce e dal canto degli angeli ce hanno portato l’annuncio della nascita di Gesù ai pastori.
La pace come speranza. La pace è sempre al futuro: la pace appartiene al mondo della speranza. Salmo 85: “Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno”. La speranza è la più grande virtù, perché è difficile — ma necessario — vedere come vanno le cose e sperare che, nonostante tutto, domani potranno andare altrimenti.
Portiamo ancora negli occhi e nel cuore la straordinaria esperienza di fede condivisa domenica 15 maggio sul sagrato inondato di luce di piazza san Pietro. Ai cinquantamila presenti al rito e a quanti lo hanno seguito in TV, il Papa ha consegnato dieci volti di santità amabile e attraente.
Care sorelle e fratelli, Cristo è risorto! È una notizia che non può invecchiare. Nel momento stesso in cui un uomo dice “Cristo è risorto!” sta affermando la novità assoluta, la novità che si impone ad ogni novità, la novità capace di rendere nuovo tutto ciò che è antico.
Care sorelle e fratelli, stiamo vegliando, abbiamo vegliato. Abbiamo vegliato in attesa di sentire il canto che è risuonato in questa Cattedrale, nelle chiese delle nostre parrocchie, nelle chiese di tutto il mondo: è il canto della risurrezione.
Care sorelle e fratelli, cari Vescovi, sacerdoti, religiosi, diaconi, desidero aprire questo momento che fa risuonare la parola del Signore, che dei saluti, degli auguri, dei ringraziamenti.