L’anno nuovo si apre sotto il segno della Benedizione: Dio benedice i nostri giorni e i sentimenti ispirati al Vangelo, con i quali ci accingiamo a viverli. La riceviamo, nel segno di Maria, che oggi la Chiesa venera con il titolo più alto: quello di Madre di Dio.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Sono due gli atteggiamenti che il Vangelo suggerisce per questa celebrazione di ringraziamento, in occasione della fine dell’anno.
Nella Festa della Santa Famiglia, la lettura dal libro del Siracide ci invita a benedire il Signore per i nostri padri e le nostre madri. Oggi, in questa Eucaristia, Lo benediciamo particolarmente per il Vescovo Roberto, nel decimo anniversario della sua morte.
Il Papa è andato a Greccio, dove San Francesco ha “inventato” il presepe. Da lì, ha indirizzato una lettera ai cristiani, rinnovando questa tradizione. Il presepe non è scomparso: lo ritroviamo nelle case, nelle chiese, nelle piazze, in posti impensati, a volte nelle scuole. Assume le forme più diverse.
La questione, nel momento della creazione di una nuova opera d’arte è questa: “In ciò che vediamo, c’è più di quello che riusciamo a vedere solo con gli occhi?”. E la risposta è sempre sì.
Il Vangelo dell’Annunciazione è la pagina che illumina il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria. Il saluto dell’Angelo, rivela a lei e a noi, il dono di Dio che l’ha colmata di Grazia, preservandola da ogni peccato, anche dal peccato originale. Questa rivelazione è caratterizzata dal silenzio. Molte rappresentazione artistiche dell’Annunciazione di Maria, trasmettono la percezione del silenzio che circonda quest’incontro.
La madre di Gesù porta tre nomi: Maria è il nome datole dai suoi genitori, Piena di Grazia è il nome datole dall’Angelo di Dio, Serva del Signore è quello che ella stessa si attribuisce. Il mistero dell’Immacolata Concezione, vale a dire della preservazione dal peccato, a cominciare da quello originale, attinge al nome che l’angelo di Dio le attribuisce: “Piena di Grazia”.
Sulla morte, dobbiamo ammettere un certo smarrimento. Il pensiero della nostra, lo rimandiamo a quando sarà il momento; il pensiero di quella degli altri viene attutito dalle immagini di migliaia di morti, filtrate e sfornate dagli schermi che ci circondano; l’unica grande provocazione è la morte di chi ci è caro, particolarmente se giovane; e il modo con cui avviene.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».