Portiamo ancora negli occhi e nel cuore la straordinaria esperienza di fede condivisa domenica 15 maggio sul sagrato inondato di luce di piazza san Pietro. Ai cinquantamila presenti al rito e a quanti lo hanno seguito in TV, il Papa ha consegnato dieci volti di santità amabile e attraente.
Care sorelle e fratelli, Cristo è risorto! È una notizia che non può invecchiare. Nel momento stesso in cui un uomo dice “Cristo è risorto!” sta affermando la novità assoluta, la novità che si impone ad ogni novità, la novità capace di rendere nuovo tutto ciò che è antico.
Care sorelle e fratelli, stiamo vegliando, abbiamo vegliato. Abbiamo vegliato in attesa di sentire il canto che è risuonato in questa Cattedrale, nelle chiese delle nostre parrocchie, nelle chiese di tutto il mondo: è il canto della risurrezione.
Care sorelle e fratelli, cari Vescovi, sacerdoti, religiosi, diaconi, desidero aprire questo momento che fa risuonare la parola del Signore, che dei saluti, degli auguri, dei ringraziamenti.
Care sorelle e fratelli, cari sacerdoti e diaconi, abbiamo ascoltato la parola di Dio: la testimonianza della Pasqua ebraica e poi la testimonianza dell’apostolo sulla cena del Signore e finalmente la testimonianza di Giovanni che ci consegna il gesto della lavanda dei piedi il cui significato si intreccia profondamente con la celebrazione eucaristica.
Care sorelle e fratelli, abbiamo ascoltato il Vangelo della passione e ci siamo fatti un grande regalo, non solo quello di ascoltarlo insieme, ma quello di uno spazio breve ma intenso di silenzio con il quale abbiamo accolto l’annuncio della morte di Gesù.
Care sorelle e fratelli, vogliamo raccogliere le proposte che Papa Francesco consegna all’umanità in questa 55ma Giornata Mondiale della Pace, per un “dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura: come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace (Is 52,7)”.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. L’esigenza e nello stesso tempo la difficoltà a praticare questo esercizio: custodire ciò che viviamo, attraverso la meditazione nel cuore.
Care sorelle e fratelli, abbiamo appena ascoltato queste parole: “Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.
Cosa c’è di più bello e consolante di avere fiducia di qualcuno e di sentire che qualcuno ha fiducia in noi? Ma questa bellezza e consolazione sembrano esposte alla precarietà e alla delusione, che alimentano indifferenza, amarezza e a volte anche violenza.