Ordinazioni presbiterali – Cattedrale

30-05-2015
Carissimi
abbiamo udito le parole del Signore Risorto con cui il Vangelo si conclude e nello stesso tempo si apre. Gesù dice ai suoi Apostoli: “A voi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. In questo momento vi sarà dato un grande potere, è il potere dell’amore, è il potere dell’amore di Dio che è sempre – non dimenticatelo mai – un potere crocifisso. È gioia, ma è la gioia del servizio. È il potere di comunicare la vita stessa di Dio, ma come è stato per Gesù, a prezzo della propria. 
 
Dice Gesù: “Andate, dunque”. Anche noi ve lo diciamo. Vi attende la stessa missione di Gesù: annunciare il Vangelo. Annunciarlo non da lontano, ma a tutti, fino ai più lontani. Non si annuncia il Vangelo da lontano. Il Vangelo è stato annunciato da vicino, anche Gesù quando si rivolgeva alla folla. Gesù con il suo Vangelo ha sempre raggiunto i più lontani, fino ai confini della terra, fino ai confini della vita, fino alla persona più lontana perché provata, lontana perché rifiutata. Questa missione di Gesù non si misura secondo i criteri della geografia, ma piuttosto di una geografia umana: dal più vicino al più lontano. Questa missione non si misura in chilometri, ma si misura abbracciando con passione la stessa missione di Gesù che si fa ricerca e vicinanza ad ogni persona persona, senza fermarsi mai. Andate, ogni giorno andate, senza fermarvi mai. Vi auguro che ci siano anche alcuni momenti in cui possiate fermarvi, ma non fermatevi mai con quel cuore che ha abbracciato la missione. Non si dica mai: sono arrivato.
 
È una ricerca e una vicinanza questa che abbraccia la missione di Gesù che lascia trasparire la ricerca e la vicinanza di Dio. Attraverso la vostra umanità e la vostra parola che le persone possano avvertire in quella libertà che è lo spazio della fede la ricerca e la vicinanza di Dio che comunica ancora il suo Vangelo.
 
Dice ancora il Signore: “Battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Viviamo la vostra ordinazione nel giorno in cui la Chiesa celebra la Trinità. Battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo significa immergere ogni persona umana nell’amore di Dio, nell’amore di un Dio che è amore. Nel momento in cui professiamo la nostra fede nella Trinità delle persone di Dio noi stiamo dicendo dell’amore di Dio, ma stiamo dicendo innanzitutto dell’amore che è Dio. Immergete coloro che il Signore vi affida nell’amore di Dio. Non per forza, ma nemmeno per premio. L’amore di Dio non è un premio, ma è un dono. I premi si ricevono alla fine, ma il dono sta sempre all’inizio. Dio sta all’inizio, il suo amore sta all’inizio. 
 
Non immergete nell’amore di Dio per forza, perché l’amore richiede sempre la libertà di un’accoglienza. L’amore di Dio è un dono che trasforma la vita degli uomini in un dono. Il dono di Dio trasforma la vita di ogni uomo in un dono a Dio e voi stessi in questo momento vivete questa trasformazione. La vita umana resa perfetta perché unita a quella di Gesù per le vostre mani sale a Dio nell’Eucaristia. Non sono solo il pane e il vino che diventano corpo di Cristo, ma è la vita di tutti noi che attraverso le vostre mani sale a Dio come un dono, come un’offerta perfetta. Nel momento in cui siete consapevoli di questo vivete questo: che la vostra esistenza si ispiri ogni giorno a questo.
 
Dice ancora Gesù: “Insegnando ad osservare ciò che vi ho comandato”. Insegnando come si fa. Non dice semplicemente “insegnando”, ma “insegnando ad osservare ciò che vi ho comandato”. Bisogna insegnare non solo le cose, non solo le verità, ma bisogna insegnare come si fa a vivere le verità del Vangelo. Questo vi è affidato. È il compito del maestro: non insegna soltanto quel che sa, ma anche come si fa. A voi, pur giovani, il popolo di Dio è affidato perché attraverso la vostra parola voi possiate insegnare come si fa ad essere fedeli al Vangelo. Colui che sa e fa. Colui che facendo mostra ciò che sa. 
 
La Parola del Signore si è impastata sempre nel vostro cuore. Un cuore che ascolta, un cuore che raggiunge. Cari amici soprattutto è un cuore che dà testimonianza, perché solo la testimonianza mostra ciò che le vostre parole dicono. La Parola del Signore è più grande di ogni testimonianza, ma la testimonianza è necessaria anche quando è umile, è discreta, qualche volta anche magari un po’ deformata dal nostro limite e soprattutto dal nostro peccato. Comunque la testimonianza è necessaria alla Parola che annunciamo, perché gli uomini e le donne che ci sono affidate possano vedere non soltanto una dottrina, ma possano vedere una vita.
 
Finalmente dice il Signore: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Io sono con voi, il Signore lo dice in modo particolare a voi questa sera. Io sono con voi tutti i giorni: non dimenticate mai questa Parola che accompagna la vostra ordinazione. Sappiate nello stesso tempo che questa Parola voi siete chiamati ad annunciarla a tutti, attraverso la vostra presenza, la vostra vicinanza, la vostra guida. Siate testimoni che il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. 
 
In questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare paura, afflizione e tribolazione, la vostra vocazione è quella di andare contro corrente, ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza a tutti gli uomini. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signore ci chiede. “Consolate, consolate il mio popolo”, dice il Signore.
 
(trascrizione da registrazione, non rivista dal Vescovo)