Care sorelle e fratelli, cari sacerdoti, diaconi, seminaristi, abbiamo ascoltato un canto meraviglioso che percorre i secoli e dice della risurrezione di Gesù e dei sentimenti che suscita in coloro che ricevono questo annuncio: “victimae paschali” è il titolo, dalle prime parole di questa sequenza.
Care sorelle e fratelli, buona Pasqua! Buona Pasqua a voi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, al Vescovo Giuseppe. Vogliamo condividere la gioia di questa celebrazione, la festa del passaggio. È una festa antica, pasqua, che significa appunto passaggio.
Desidero rinnovare il mio saluto ai Vescovi che stanno concelebrando non dimenticando i Vescovi originari della nostra diocesi che non sono qui. Saluto tutti voi, sacerdoti e religiosi, diaconi permanenti, seminaristi.
Care sorelle e fratelli, abbiamo ascoltato il Vangelo della lavanda dei piedi: un gesto che rappresenta e rivela il mistero della Pasqua e della Eucaristia. Ci consegna un’immagine di Gesù che lui stesso apprezza: “Voi mi chiamate maestro e signore e dite bene perché lo sono”.
Care sorelle e fratelli, siete così tanti, siete stati così attenti a questo racconto che ci viene consegnato ogni anno. Mentre ascoltavo vi guardavo e stupito dal clima di partecipazione. Ciò che sta davanti i nostri occhi è molto essenziale, non c’è un evento teatrale, ma solo un canto di meditazione che accompagna la narrazione della passione di Gesù. Non è semplicemente una rievocazione, non è semplicemente un racconto, per noi è un annuncio di Vangelo, cioè una buona notizia, una notizia che apre il cuore alla speranza.
Care sorelle e fratelli, un detto dice: “L’Epifania tutte le feste porta via”. In realtà alla luce di quello che abbiamo ascoltato potremmo dire che l’Epifania a tutte le feste dà il via. A partire dall’annuncio della Pasqua che viene evocato in questi giorni natalizi, si dispiega il cammino della fede che è contrassegnato dalle celebrazioni del Signore che per un credente sono sempre sorgente di speranza, di rinnovamento e di gioia.
Care sorelle e fratelli, abbiamo ascoltato questa pagina indimenticabile del Vangelo: il dialogo tra Gesù e Pietro. Immediatamente nel riascoltarla insieme avvertiamo l’intensità insostituibile del dialogo personale con il Signore. Un dialogo che ciascuno di noi vive, intraprende, intesse con il Signore.
Care sorelle e fratelli, il Vangelo ci consegna due immagini: l’immagine di Maria e l’immagine del pastori.
Care sorelle e fratelli, questo ultimo giorno dell’anno è stato contrassegnato dalla notizia della morte di Papa Benedetto XVI. Noi lo piangiamo e insieme lo affidiamo a Dio e ancora lo ringraziamo.
Care sorelle e fratelli, abbiamo udito l’annuncio del Vangelo del Natale. Il Natale è un Vangelo, una buona notizia, una buona notizia per ciascuno, una buona notizia per chi ci crede, una buona notizia per l’umanità intera. Il Natale di Gesù è il Vangelo.