Di stoffa divina. Dal filo all’abito

Una mostra e un ciclo di conferenze

Tre statue lignee della Madonna di proprietà del Museo Diocesano saranno vestite con gli abiti della mostra “Una donna vestita di luce”, progetto del 2017 nato dalla collaborazione tra il Museo Bernareggi e la stilista bergamasca Cristina Gamberoni. L’esposizione, in un nuovo allestimento e studio, dialogherà a Nembro con gli abiti di scena del Teatro Donizetti messi a disposizione dall’omonima Fondazione: abiti provenienti dall’archivio del teatro, realizzati per rappresentazioni passate e costantemente rimaneggiati a seconda delle esigenze delle nuove rappresentazioni. La mostra sarà completata da un video che segue il percorso di confezionamento degli abiti delle Madonne a cura del fotografo Federico Casu.

L’esposizione, dal 19 ottobre all’8 dicembre, si svilupperà nelle sale Verde e Raffaelli, sulla scalinata e nella torre della Biblioteca Centro Cultura di Nembro. L’allestimento sarà a cura degli artisti bergamaschi Paolo Facchinetti e Maurizio Bonfanti.

Il progetto nasce dalla collaborazione del Comune di Nembro con Fondazione Teatro Donizetti, Fondazione Adriano Bernareggi, PersicoArt e GAMeC di Bergamo, e vuole dare valore all’intelligenza, alla bellezza, alla capacità creativa che si nascondono in una tela, in un tessuto, in un abito. In un semplice filo che il lavoro sapiente di artigiani trasforma spesso in opera d’arte, in un oggetto che è il risultato dell’intesa tra mente e mani.

Il lavoro manuale, in ogni campo, è l’espressione naturale della creatività e la realizzazione del pensiero che diventa idea e poi azione. L’arte del sapere artigianale si tramanda da generazioni e l’arte tessile è espressione del territorio della Valle Seriana.

Le arti e i mestieri sono numerosi. Obiettivo della mostra e delle conferenze in programma è quello di seguire il filo: un filo che nasce da fibre di varia natura, più o meno preziose, ma che lavorato, intrecciato, intessuto si trasforma in abito. Si ottiene così un prodotto che è frutto di un lavoro appassionato e appassionante che pretende cura e attenzione. Da uno schizzo su un foglio di carta prende vita un lavoro di squadra, costituita da diverse capacità che si armonizzano.

L’iniziativa intende valorizzare la tradizione della Valle Seriana nell’ambito del tessile declinato nel lavoro artigianale e dell’industria. La tecnologia oggi è protagonista, ma non cancella la poesia del “fatto a mano”: si vogliono quindi creare sinergie fra l’artigianalità, l’arte e il teatro nel territorio di Bergamo.

La mostra vuole essere l’occasione per riunire alcune opere in cui si intrecciano la storia, il sapere manuale, l’arte e il teatro. Si vuole inoltre offrire uno spazio e un tempo di riflessione, consapevolezza ed incontro fra attori provenienti da diversi ambiti riuniti da un unico filo conduttore: una materia prima, il tessuto, che lega industria, arte e artigianato e che ha un ruolo importante nella storia del territorio della Valle Seriana.

Durante la mostra, e negli stessi spazi, sono previste conferenze al fine di ripensare al tessuto e al tessile da diversi punti di vista e laboratori didattici per le scuole.

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