Il 15 maggio scorso, Papa Francesco ha proclamato la santità di una decina di testimoni del Vangelo, tra i quali don Luigi Palazzolo e Madre Francesca Rubatto. […] Desidero aprire questa lettera, condividendo la consapevolezza riconoscente che i santi proclamati e quelli della “porta accanto”, rappresentano la fecondità dell’azione dello Spirito Santo e della sorprendente potenza del Vangelo incarnato e nello stesso tempo si propongono come amici e compagni di viaggio.
Care famiglie, mi rivolgo a voi come ho fatto nella mia prima lettera “A casa nella Chiesa”: mi sembra giusto, in questo Anno della Famiglia che Papa Francesco ci invita a celebrare in occasione del quinto anniversario della sua Esortazione dal titolo “Amoris laetitia”, la “gioia dell’amore”. […] L’annuncio del Vangelo alimenta la gioia dell’amore e della vita familiare ed è quello che ci proponiamo sempre, particolarmente quest’anno: è la missione della Chiesa tutta, cominciando dalle famiglie stesse, insieme ai presbiteri, ai diaconi, alle persone consacrate e a tutto il Popolo di Dio.
Care sorelle e fratelli, nei mesi scorsi abbiamo condiviso un’esperienza unica, contrassegnata da tanto dolore: sappiamo che il pericolo del contagio è ancora presente e siamo consapevoli di quello che può rappresentare. Nello stesso tempo, avvertiamo che la morsa si è allentata e ci interroghiamo su ciò che ci attende. Espressioni enfatiche come “niente sarà come prima” o “andrà tutto bene” stanno perdendo forza e lasciano spazio a sentimenti diversi, come diverse sono state le vicende che comunità e famiglie hanno vissuto.
Care sorelle e fratelli, con questa Lettera pastorale intendo dare compimento ad un percorso triennale dedicato alla relazione tra Comunità cristiana e giovani. Abbiamo iniziato due anni orsono, proponendoci di riconoscere la presenza e il dono dei giovani per le nostre Comunità.
Quest’anno, apro la lettera pastorale con una storia per bambini, di un autore particolarmente votato a loro: Gianni Rodari. Le storie di Rodari hanno un non so che di parabolico: le fantasiose dinamiche che le caratterizzano aprono alle considerazioni più diverse e stimolano pensieri di volta in volta inediti e sorprendenti. Per questo non intendo commentarla, piuttosto sottolineare alcune immagini tra le tante del racconto.
Il mitico colle della nasca è la meta decisiva, alla quale ogni padre vorrebbe condurre suo figlio. È l’approdo di un tirocinio, al quale il maestro accompagna il discepolo. È la porta attraverso la quale entrare nella condizione adulta.
Una “lettera circolare” non comincia con appellativi come questi, piuttosto evoca documenti freddi, essenziali, pratici. Quest’anno ho pensato di scrivervi una lettera circolare, che non avesse le caratteristiche della freddezza, ma un poco quelle della praticità essenziale. Il motivo di questa scelta è dettato dall’ultima visita vicariale non ancora conclusa e da alcune esigenze che ho raccolto nel corso di quest’ultimo “viaggio” in Diocesi.
Le donne e gli uomini capaci di Vangelo e di Eucaristia sono e debbono essere capaci di Carità. È l’itinerario che vi propongo per l’anno pastorale che si apre: un percorso molto impegnativo e nello stesso tempo esaltante e gioioso.
Non rievoco ora il grande passaggio segnato dal Concilio Ecumenico Vaticano II, la ricchezza e le difficoltà della riforma liturgica e del suo progressivo consolidamento: semplicemente vorrei condividere la convinzione che non esiste nella storia umana niente di più sorprendente di ciò che avviene in una celebrazione liturgica.
Desidero iniziare questa lettera con un’immagine che ho raccolto durante il mio recente viaggio missionario in Malawi. mi sono recato in un villaggio, dove un gruppo di volontari bergamaschi ha costruito una chiesa dedicata a Papa Giovanni.