Solennità di Maria Madre di Dio e Giornata per la Pace

Cattedrale
01-01-2020

L’anno nuovo si apre sotto il segno della Benedizione: Dio benedice i nostri giorni e i sentimenti ispirati al Vangelo, con i quali ci accingiamo a viverli.

La riceviamo, nel segno di Maria, che oggi la Chiesa venera con il titolo più alto: quello di Madre di Dio. Non solo il più alto, ma anche il più antico; non solo il più antico, ma anche quello con il quale il popolo cristiano la riconosce: proprio perché madre di Gesù è madre di Dio e diventa madre nostra.

La fede cristiana così la invoca: Santa Maria, madre di Dio … Il titolo di Madre di Dio è il fondamento di tutti gli altri titoli con cui la Madonna è stata venerata e continua ad essere invocata di generazione in generazione, in Oriente e in Occidente.

La benedizione di Maria è suo Figlio, Gesù. Proprio accogliendo Gesù, fidandoci di Lui, seguendo il suo insegnamento, aprendo il cuore alla speranza che scaturisce dalla sua morte e risurrezione, noi siamo benedetti. Venerando Maria, noi veneriamo la prima che ha ricevuto questa benedizione, perché per prima ha accolto Gesù. “Benedetta tu tra le donne” preghiamo nell’Ave Maria. Da lei, ancora tanto venerata, impariamo ad accogliere Gesù e così riceveremo la sua benedizione. E’ “il frutto benedetto del suo seno” che la rende “benedetta”.

La stupenda benedizione che abbiamo sentito risuonare nella pagina tratta dal libro dei Numeri e che invocherò su voi al termine della Santa Messa, diventa visibile nella persona di Gesù. Accogliamo il nuovo anno non semplicemente come un succedersi di giorni scanditi dalla natura e dal calendario, ma come un’occasione propizia per rinnovare la nostra fede e la nostra stessa vita, accogliendo Gesù, la nostra benedizione. Lo accogliamo nella Parola e nella preghiera, nell’Eucaristia e nei Sacramenti, nel prossimo e nel povero. Non illudiamoci di accoglierlo in altro modo.

Accogliendo Gesù, che è la benedizione di Dio, noi accogliamo il dono e il principio della pace: Lui è il Principe della Pace. La benedizione di Dio è essenzialmente una benedizione di pace. Abbiamo bisogno di benedizione, in un tempo in cui la maledizione è sempre in agguato nel nostro cuore e in quello del prossimo.

Abbiamo bisogno di pace in mondo che sembra rassegnarsi, abituarsi e giustificare la violenza, la tortura, il terrore e la guerra. Se non ci apriamo alla benedizione della pace, se non diventiamo i portatori di questa benedizione, saremo sempre più esposti alla maledizione dell’ostilità e dell’odio, che irresponsabilmente alimentiamo con la nostra indifferenza o addirittura giustifichiamo e fomentiamo.

Celebriamo oggi la 53^ giornata per la Pace. Il messaggio del Papa, in questa circostanza è intitolato: “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Avremo occasione di approfondire i contenuti del messaggio in occasione della consolidata celebrazione delle “24 ore per la pace”, che quest’anno si terrà il 24 e 25 gennaio a Torre Boldone, e alla quale desidero cordialmente invitarvi.

Significative, impegnative e incoraggianti sono le parole con cui il Santo Padre inizia il suo messaggio: “La pace è un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l’umanità. Sperare nella pace è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino… Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca. Il desiderio di pace è profondamente inscritto nel cuore dell’uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di questo. Non si ottiene la pace se non la si spera”.

Riuniti in questo primo giorno dell’anno, in cui cordialmente ci scambiamo gli auguri, per dono di Dio e scelta personale, trasformiamoli in benedizione di pace per noi, le nostre famiglie, la nostra città e i nostri paesi, le nostre parrocchie e la nostra Diocesi.

Il fragile Bambino che la Vergine quest’oggi mostra al mondo, ci renda operatori di pace, testimoni di Lui, Principe della pace.