S. Alessandro – Conclusione del Cammino

Processione
26-08-2019

Ci introduciamo alla festa di S. Alessandro, accogliendo il vostro pellegrinaggio e rinnovando la consapevolezza che l’incontro con Gesù cambia la vita, la trasforma, la trasfigura. Così è stato per i martiri: la loro testimonianza eroica continua ad alimentare questa certezza. L’incontro con Gesù trasfigura la vita al punto da renderla simile alla sua anche nella morte.

La testimonianza dei martiri del passato, segna profondamente la fede della Chiesa, che da sempre ne fa memoria, li venera, li invoca come intercessori e patroni e li propone come modelli eroici di fedeltà al Vangelo. Ma non possiamo dimenticare e neppure sottovalutare i martiri che costellano la storia della Chiesa in ogni tempo, fino ai giorni nostri. Anche oggi, in diverse parti del mondo, la fedeltà al Vangelo e la condizione di cristiano espone alla persecuzione e al martirio. Con troppa facilità ci dimentichiamo di questi “fratelli e sorelle” nella fede e la loro sofferenza è accresciuta dalla nostra dimenticanza. E’ significativa la coincidenza del ricordo della martirio del nostro Patrono con la memoria annuale del martirio di don Alessandro Dordi, prete bergamasco, della Comunità missionaria dei preti del Paradiso, proclamato beato proprio perché martire: la coincidenza del loro nome è diventata coincidenza della loro testimonianza, pur a distanza di secoli.

Il ricordo dei martiri, ci permette di comprendere più profondamente cosa sia il martirio secondo il Vangelo: è il martirio di Gesù e di colui che mostra il volto di Gesù. E’ certamente segno coraggioso ed eroico di fedeltà e coerenza, ma nello stesso tempo è rivelazione dell’amore di Dio, come Gesù ha mostrato sulla e con la sua Croce.

La testimonianza eroica dei martiri ci viene dunque consegnata per ispirare quella che ogni cristiano è chiamato ad offrire a coloro che vivono con lui. La testimonianza evoca espressamente la vita: è la vita che si propone come dichiarazione credibile, invitante e provocante della verità del Vangelo. Dal Vangelo della Messa propria del nostro Patrono, abbiamo appena udito: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.”

Le parole che Gesù rivolge ai suoi apostoli, riecheggiano anche per noi: non siamo cristiani per caso, ma per scelta. Il Signore ha scelto ciascuno di noi, prima che noi scegliessimo Lui: Ci ha scelto per una missione: portare frutto e custodire i frutti. Noi, le nostre comunità, siamo il frutto della testimonianza, a volte eroica come quella di S.Alessandro, della fede di coloro che ci precedono. Non siamo cristiani per collocazione geografica, ma per generazione nella fede. Il seme non può vedere il frutto, anzi muore per portar frutto. Anche noi saremo fecondi nella fede, se siamo disposti a non vedere i frutti, ma a morire perché il nostro seme fruttifichi. Molti non comprendono, anzi rifiutano questa prospettiva: in realtà non comprendono la Croce di Gesù. In realtà si sottraggono alla scelta di lasciar trasformare la vita in un dono. Abbiamo paura del dono, abbiamo paura di donarci e proprio per questo diventiamo sterili e moriamo, incattiviti.

Siete giunti nella Cattedrale che custodisce le reliquie del Santo Martire Alessandro, nostro Patrono. Lo avete fatto camminando insieme, salendo il colle della nostra città, muovendo i vostri passi nella stessa direzione. La meta non è semplicemente la Cattedrale o le Reliquie: è Cristo stesso, che vi precede, vi accompagna, vi viene incontro e finalmente vi manda “perché portiate frutto”.

Care sorelle e fratelli, oggi, nel nostro paese, abbiamo bisogno di cristiani coraggiosi non perché schierati contro gli altri, ma perché disposti a testimoniare la giustizia, l’amore e il perdono per tutti e a tutti. Se non ci disponiamo a questa testimonianza, tutto diventerà solo esteriorità, insignificante e incredibile. S.Alessandro, il cui martirio attraversa i secoli, alimenti nuovamente la nostra fede e la consapevolezza della necessità della nostra personale e comunitaria testimonianza.