Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Celebriamo la festa di S.Alessandro martire, nostro patrono, nel segno delle parole di Gesù, appena ascoltate: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”.
Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi. (1Pietro cap. 4)
Ci introduciamo alla festa di S. Alessandro, accogliendo il vostro pellegrinaggio e rinnovando la consapevolezza che l’incontro con Gesù cambia la vita, la trasforma, la trasfigura.
Oggi ricordiamo il miracolo dell’Apparizione, a distanza di 417 anni. Non si tratta di una vittoria militare, di una rivoluzione, di un evento epocale: si tratta di un “segno” affidato alla nostra libertà e alla nostra fede.
L’Assunzione di Maria alimenta e conferma il convincimento cristiano, fondato sulla Risurrezione di Gesù e sul dinamismo illustrato dall’apostolo Paolo, per cui la morte, compimento o dramma, è il passaggio definitivo alla “vita nuova”. In che cosa consiste questa “vita nuova”?
Care sorelle e fratelli,siamo una comunità riunita dall’affetto per don Glauco che viene ordinato sacerdote. Questo unisce a noi anche alcuni che non condividono intensamente la fede, ma questo legame nella gioia ci rappresenta comunque come comunità in preghiera.
Care sorelle e fratelli, è veramente un ambiente particolare quello in cui stiamo celebrando questa Eucaristia e questa particolarità mi auguro possa favorire una preghiera intensa. Una preghiera che diventa benedizione.
Care sorelle e fratelli, chiedo scusa se quello che sto per dirvi potrebbe un po’ “scandalizzare”, poiché si tratta di una storiella lieve forse non adeguata alla solennità di questa celebrazione, ma mi sembra che possa introdurci a comprenderne il significato.
Care sorelle e fratelli, vi devo confessare un sentimento che mi sta attraversando: avverto che – certamente io, ma forse anche voi – facciamo un grande torto alla nostra fede, un grande torto all’esperienza cristiana, un grande torto al dono che abbiamo ricevuto. Molto spesso noi misuriamo questo dono a partire dai nostri comportamenti, che sono però dimessi, a volte mortificanti e mortificati. … Continua a leggere
Sabato Santo – Veglia Pasquale
Cattedrale
20-04-2019
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