Giornata mondiale della Vita Consacrata – Cattedrale

02-02-2015
L’Anno della vita consacrata, che papa Francesco ha indetto a cinquant’anni dal decreto conciliare Perfectae caritatis, acquista una singolare risonanza in questa Giornata mondiale della vita consacrata, che stiamo celebrando insieme.
 
 
Abbiamo ascoltato il Signore che ci consegna la testimonianza di Simeone, invitandoci a farla nostra, ad assimilarla e a diventare noi stessi testimoni di queste parole: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli” (Lc 2,30-31).
Non è forse questo che la nostra gente chiede alle persone consacrate?
Non è forse questo che la storia e la presenza delle persone consacrate nella nostra Diocesi, ci affida?
 
Desidero esprimere il riconoscimento e la riconoscenza personale e dell’intera nostra Diocesi per la testimonianza evangelica che le molte e varie comunità di persone consacrate hanno offerto e tuttora offrono nelle diverse dimensioni della vita e nelle tante periferie esistenziali. Il ricordo che ora ne faccio non sia una semplice elencazione e tanto meno un cursus honorum della vita consacrata, ma un inno di grazie, un prefazio speciale innalzato al Signore per i doni che abbiamo ricevuto.
Benediciamo il Signore per i numerosi Santi e Sante Fondatori che hanno generato forme di vita consacrata a partire dalla nostra Diocesi. Benediciamo il Signore per le comunità di vita contemplativa (ricordo della chiusura del Monastero di Alzano), per il servizio pastorale nelle nostre parrocchie, per l’impegno nella missione ad gentes, per la cura dei malati e degli anziani, per l’accoglienza e il servizio dei poveri, per la vicinanza ai carcerati, per l’ospitalità e l’accompagnamento delle giovani donne vittime della tratta, dello sfruttamento e della prostituzione e in condizioni di marginalità, per la promozione di percorsi educativi e riabilitanti per minori in situazioni di fragilità e per persone afflitte da dipendenze, per l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati. Benediciamo il Signore per il servizio della predicazione, della confessione, della formazione, della cultura; per l’ accompagnamento dei defunti e dei loro familiari, per le proposte di itinerari di spiritualità e per la direzione spirituale, per il servizio dell’ospitalità. Benediciamo il Signore per la proposta educativa nella scuola e nella formazione professionale, per la proposta evangelica e vocazionale alle giovani generazioni, per l’accoglienza e l’accompagnamento delle famiglie. Benediciamo il Signore anche per nuove forme di consacrazione che sono nate in questi anni anche nella nostra Chiesa diocesana.
 
Rallegriamoci dunque per la presenza delle consacrate e dei consacrati nelle nostre comunità. Facciamo festa con loro, ringraziando per una storia ricca di fede e di umanità esemplari e per la passione che mostrano oggi nel seguire Cristo povero, casto, obbediente. Insieme ai Vescovi italiani ripongo grande fiducia in voi, sorelle e fratelli carissimi, soprattutto per il contributo che potete offrire a rinnovare lo slancio e la freschezza della nostra vita cristiana, così da elaborare insieme forme nuove di vivere il Vangelo e risposte adeguate alle sfide attuali. (Messaggio dei Vescovi italiano 2015)
 
Le parole profetiche del vecchio Simeone, insieme al rendimento di grazie, inducono alla consapevolezza della necessità per ogni persona consacrata, qualsiasi sia la sua condizione e il suo compito, di illuminare ogni giorno il proprio sguardo con la presenza affascinante e liberante di Gesù Cristo.
 
L’unità della vostra vita consacrata si costituisce attorno a Cristo, all’accoglienza di Cristo continuamente rinnovata. La pagina evangelica ci consegna le figure delicatissime di coloro che hanno atteso, desiderato, accolto Gesù e si sono consacrate a Lui. Sono Maria e Giuseppe, sono Simeone e Anna e insieme con loro come non ricordare Marta e Maria, non contrapposte, ma unite per rendere amorevole l’accoglienza di Gesù.
L’Arcivescovo Montini scriveva ai suoi sacerdoti: “Ciò che costituisce la singolarità del nostro servizio sacerdotale, ciò che dà un’unità profonda alle mille occupazioni che ci sollecitano durante tutto il corso della nostra vita, ciò che conferisce alle nostre attività una nota specifica, è questa finalità presente in ogni nostra azione: «Annunziare il Vangelo di Dio» (EN 104). Sono parole del tutto pertinenti alle persone consacrate, oggi più di allora.
Anche le persone consacrate sono esposte in questo tempo al pericolo della frammentazione, della dispersione, di una molteplicità di impegni e servizi che svuota l’anima. Lo sguardo di Simeone è quello da illuminare ogni giorno per dare unità alla nostra esistenza: unità esistenziale e spirituale, unità ecclesiale e pastorale.
 
E’ lo sguardo illuminato dalla luce nuova, la luce pasquale che alimenta il senso di una vita totalmente donata a Lui e dunque a tutti le persone umane. Nello stesso tempo, la vostra totale dedicazione a Lui e ai fratelli, diventi testimonianza della Pasqua di Cristo, che dona salvezza e speranza all’intera umanità.
Una vita donata non è perduta e tanto meno sprecata, perché espressione della fede in Gesù, nel suo dono e nella sua proposta di vita.
La vita consacrata deve vincere la tentazione del materialismo nelle opere e dell’autoreferenzialità nella missione e essere segno trasparente e invitante della presenza e dell’amore di Dio.
Ancora Montini (il Beato Paolo VI) nei suoi scritti giovanili affermava: “Essere religiosi ex officio che giova, quando non lo si è ex animo?
 
L’Anno della vita consacrata – è bene sottolinearlo – non riguarda soltanto le persone consacrate ma l’intera comunità cristiana, e il nostro desiderio è che costituisca una propizia occasione di rinnovamento e di verifica per i singoli Istituti così come per le diverse realtà ecclesiali. (Messaggio Vescovi italiani 2015)
 
Desidero che la nostra Diocesi, tutte le parrocchie, le aggregazioni laicali raccolgano l’invito del Papa e vivano con gioia e riconoscenza quest’anno della vita consacrata. A conclusione di un percorso condiviso con il Consiglio pastorale diocesano, affideremo a tutte le comunità una lettera sulla vita consacrata che mi auguro incoraggi la celebrazione di quest’anno e la condivisione della missione evangelica.
 
Care sorelle, cari fratelli, care persone consacrate al Signore, concludo con le parole che i Vescovi italiani vi hanno indirizzato nel loro Messaggio: Portate l’abbraccio di Dio! L’opera di tante persone consacrate diventi sempre più il segno dell’abbraccio di Dio all’uomo e aiuti la nostra Chiesa a disegnare il “nuovo umanesimo” cristiano sulla concretezza e la lungimiranza dell’amore”.