25^anniversario della beatificazione di Beata Pierina Morosini (appunti)

30-09-2012
Tappe: nasce nel 1931, muore nel 1957; aveva 26 anni
 
A trentanni dalla sua morte viene beatificata da Giovanni Paolo II il 4 ottobre. Queste le sue parole:
Sono in mezzo a voi le radici della sua religiosità. Cresciuta in un ambiente di alta vita spirituale incarnata nella famiglia, la Beata Morosini ha seguito Cristo povero ed umile nella cura quotidiana dei numerosi fratelli. Avendo scoperto che “poteva farsi santa anche senza andare in convento”, si è aperta con amore alla vita parrocchiale, all’Azione Cattolica ed all’apostolato vocazionale. La preghiera personale, la partecipazione quotidiana alla santa Messa e la direzione spirituale l’hanno portata a capire la volontà di Dio e le attese dei fratelli, a maturare la decisione di consacrarsi privatamente al Signore nel mondo.
 
Per dieci anni ha vissuto le difficoltà e le gioie di lavoratrice in un cotonificio della zona, facendo i turni e spostandosi sempre a piedi. Le colleghe testimoniano la sua fedeltà al lavoro, la sua affabilità unita al riserbo, la stima che godeva come donna e come credente. Proprio nel tragitto verso casa, trent’anni fa, si è consumato il suo martirio, estrema conseguenza della sua coerenza cristiana. I suoi passi però non si sono fermati, ma continuano a segnare un sentiero luminoso per quanti avvertono il fascino delle sfide evangeliche.
 
Il sentiero luminoso
Aperto da un ambiente di alta vita spirituale nella famiglia e nella parrocchia: comunità in cui ci si fa dono reciproco della fede, della speranza, della carità. Una fraternità che scaturisce da questi doni condivisi reciprocamente
 
Segnato:
  • dall’assimilazione personale della fede ricevuta, attraverso scelte perseguite con fedeltà e commisurate con la realtà della famiglia, del lavoro, della comunità
  • dalla discrezione intesa non solo come umiltà (rifiuto di ogni ostentazione della fede), ma anche come autenticità, oggi diremmo “spessore”. Verità del suo amore per il Signore, del suo desiderio di santità, di una laicità feriale in cui la fede si è incarnata
  • dalla fede, intesa non solo come adesione alle verità cristiana, da lei imparate, conosciute, insegnate e praticate, ma soprattutto come relazione personale che plasma la vita. Questa relazione è la ragione della scelta di consacrarsi, contrassegnando la sua breve esistenza con la verginità, fino al martirio. La relazione con il Signore diventa capace di dar forma ad ogni amore: quello verginale, quello sponsale, quello del dono al prossimo nella sua fragilità.
Celebrare il venticinquesimo della sua beatificazione, a cinquantacinque anni dalla sua morte significa accogliere questa testimonianza come dono per la nostra fede e la nostra vita, oggi.
Siamo alla vigilia dell’Anno della fede, celebriamo nel corso di quest’anno tre beatificazioni di figli della terra e della Chiesa bergamasca, vogliamo alimentare l’esperienza di una fede condivisa fraternamente nelle nostre parrocchie e tra le nostre parrocchie, come scrivo nella lettera pastorale: raccogliamo la testimonianza di Pierina, come invito a percorrere il sentiero della santità, della verità e della bellezza della vita cristiana.
 
Nel discorso del 5 ottobre, il giorno successivo alla beatificazione, Giovanni Paolo II, rivolgendosi ai fedeli bergamaschi e particolarmente a quelli di Fiobbio diceva:
 
A voi di Fiobbio e della diocesi di Bergamo vorrei dire: “Stì bé! – State bene!”. Era, questo, un saluto abituale della beata Morosini, quando andava e veniva dal lavoro. Le sue labbra e il suo cuore lo ridicono ancora oggi, a tutti, nel dialetto a voi familiare e nella lingua universale dell’amore cristiano. È un augurio di bene, seminato lungo le strade di tutti i giorni.
 
…Miei cari, le campane delle vostre comunità hanno dato l’annuncio gioioso di queste beatificazioni. Sono un invito alla gioia ed alla conversione, perché Dio, “che incorona gli umili di vittoria” (Sal 146, 6), ha mostrato ancora una volta in queste giovani donne la potenza della sua grazia. Il mio augurio è che, per loro intercessione, Egli “vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede” (2 Ts 1, 11). Portate con voi, nelle vostre comunità, la speranza della Chiesa intera: che “sia glorificato il nome del Signore Gesù in voi e voi in Lui” (2 Ts 1, 12). 
 
(appunti per l’omelia)