La memoria dei martiri rappresenta sempre un cristianesimo esigente, una profezia nei confronti di ogni approssimazione e pigrizia. Nello stesso tempo, la festa patronale assume i lineamenti di un cristianesimo dialogico, disponibile a ricercare e individuare risposte condivise alle attese e alle speranze di ogni persona umana.
Care sorelle e fratelli, cari sacerdoti, diaconi, seminaristi, la ricchezza della Veglia Pasquale è quanto stiamo sperimentando: ricchezza di parole e di segni come la luce, l’acqua, il pane e il vino.
Care sorelle e fratelli, il venerdì santo è contrassegnato da tanti riti tradizionali e la commemorazione della passione e morte di Gesù nella liturgia avviene in termini molto essenziali.
Care sorelle e fratelli, questa solenne celebrazione nella quale benediremo e consacreremo i sacri olii è anche quella in cui tutto il presbiterio si ritrova, senza dimenticare tutti i confratelli vescovi, sacerdoti, diaconi che non possono essere presenti.
Care sorelle e fratelli, prendendo parola dopo il gesto di aver lavato i piedi ai suoi, Gesù dice: “vi ho dato l’esempio”. Vogliamo allora raccogliere questo esempio perché ci viene consegnato come gesto che rappresenta la sua stessa vita, il suo stile di vita.
Care sorelle e fratelli, è sempre impressionante l’annuncio del Vangelo della passione e morte di Gesù. Sono infinite le storie di passione e morte che non verranno mai raccontate, perché si infilano nelle pieghe più nascoste della vita degli uomini.
Celebriamo la festa del patrono S. Alessandro, nell’anno di BergamoBrescia, città della cultura, nel ricordo dei due Santi Papi Giovanni e Paolo, figli della nostra terra, maestri impareggiabili di dialogo nella Chiesa, con tutti i cristiani, le altre religioni, l’umanità intera.
Care sorelle e fratelli, cari sacerdoti, diaconi, seminaristi, abbiamo ascoltato un canto meraviglioso che percorre i secoli e dice della risurrezione di Gesù e dei sentimenti che suscita in coloro che ricevono questo annuncio: “victimae paschali” è il titolo, dalle prime parole di questa sequenza.
Care sorelle e fratelli, buona Pasqua! Buona Pasqua a voi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai seminaristi, al Vescovo Giuseppe. Vogliamo condividere la gioia di questa celebrazione, la festa del passaggio. È una festa antica, pasqua, che significa appunto passaggio.