Solennità dell’Immacolata – Basilica S. Maria Maggiore

08-12-2015
Guardando all’Immacolata Concezione noi riconosciamo un dono: il dono fatto a Maria, preservata da ogni peccato. È il dono dell’amore che ci precede. L’amore di Dio ci precede sempre. Questo significa che la gratuità precede il merito, la misericordia precede la conversione, la grazia precede il peccato.
 
 
Il Santo Padre sta aprendo a Roma l’anno della misericordia. Quest’anno santo è proprio un segno della precedenza dell’amore di Dio su ogni opera umana.
 
Possiamo dire a conclusione di questo anno in cui abbiamo ricordato i 750 anni dell’opera della Misericordia Maggiore che questa storia – che ci auguriamo continui splendida – è la narrazione della precedenza della misericordia.
 
Nella sua lettera Evangelii Gaudium il Papa ci invita a testimoniare tutti questa precedenza. Scrive: “La Chiesa in uscita è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. Primerear, prendere l’iniziativa, vogliate scusarmi per questo neologismo. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa. L’ha preceduta nell’amore e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura: andare incontro, cercare i lontani, arrivare agli incroci delle strade per inviare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. Osiamo un po’ di più a prendere l’iniziativa”.
 
Il Papa indica quattro modalità di questo prendere l’iniziativa.
 
La prima è coinvolgersi, farsi vicino, particolarmente a coloro che per tante ragioni si sentono più lontani e abitano – lui le chiama – le periferie, le lontananze.
 
Il secondo modo è quello di accompagnarsi. Accompagnare ogni persona, ogni famiglia, ogni comunità significa esercitare la pazienza, riconoscere che i traguardi si raggiungono lungo percorsi che a volte non sono né lineari, né brevi. A volte è necessario anche ricominciare.
 
La terza modalità è rappresentata dal portare frutto: essere consapevoli della necessità di essere fecondi. Una fecondità spirituale rappresentata dal coraggio di continuare a seminare. E di seminare con serenità. Certamente tra il buon grano seminato può spuntare anche la zizzania, ma questa non deve distrarre la nostra attenzione dai buoni frutti che sono l’esito di una buona seminagione. Scrive il Papa: “La comunità è sempre attenta ai frutti perché il Signore la vuole feconda: si prende cura del grano e non perde la pace a causa della zizzania. Il seminatore quando vede spuntare la zizzania in mezzo al grano non ha reazioni lamentose né allarmiste. Trova il modo per far sì che la parola si incarni in una situazione concreta e dia frutti di vita nuova benché apparentemente siano imperfetti o incompiuti. Il discepolo sa offrire la vita intera e giocarla fino al martirio come testimonianza di Gesù Cristo, però il suo sogno non è riempirsi di nemici, ma piuttosto che la parola venga accolta e manifesti la sua potenza liberatrice e rinnovatrice”.
 
Ho avuto la grazia di poter partecipare alla beatificazione di don Sandro Dordi in Perù, nostro sacerdote diocesano della comunità diocesana dei Preti del Paradiso, che è stato riconosciuto nel suo martirio. Egli ha offerto la vita: pur provato dalla paura ha avuto il coraggio di rimanere con la sua gente. Ha portato frutti con la sua azione, ma dopo 24 anni dalla sua morte vediamo frutti ancor maggiori proprio per il suo sacrificio. Fruttificare quindi è uno dei modi con i quali si manifesta la precedenza della grazia su ogni condizione umana.
 
Infine, festeggiare. La gioia è il segno del riconoscimento di questa precedenza dell’amore di Dio. La gioia che viviamo oggi in questa celebrazione dell’Immacolata Concezione è il frutto della precedenza dell’amore di Dio. Festeggiare vuole dire inevitabilmente comunicare ciò che ci dà speranza e che alimenta una ulteriore gioia. Festeggiare per i cristiani significa anche i santi misteri della grazia e della misericordia con un cuore che proprio grazie a questi doni si nutre di più.
 
Così viviamo la nostra celebrazione nella festa dell’Immacolata Concezione sotto il segno della misericordia di Dio che ci precede.