05-01-2013
Cari fratelli e sorelle,
nel mistero del Natale siamo posti di fronte al mistero dell’umiltà di Dio. L’umiltà di Dio la scopriamo come salvezza per tutti gli uomini. I segni umili del Natale e fra tutti il più grande, l’incarnazione di Dio, rivelano il suo amore per l’umanità intera e per ciascuna persona umana.
Possiamo dire che proprio mentre si nasconde, Dio si rivela. Mentre si nasconde nei segni piccoli del Natale, Dio sta manifestando se stesso, manifesta il suo amore. Lui è amore.
Abbiamo ascoltato il profeta parlarci con immagini grandiose di popoli che giungono a Gerusalemme. Gerusalemme è rappresentata nel suo splendore e coloro che vengono da ogni parte della terra portano doni meravigliosi. Ebbene questa visione del profeta si realizza lungo la strada che Dio ha scelto per stare tra gli uomini e per salvare gli uomini.
I Magi sono coloro che rappresentano la ricerca sincera di Dio e l’esito di questa ricerca: il riconoscimento della manifestazione di Dio nella piccola Betlemme e nell’umiltà della condizione umana.
In questi giorni, anche attraverso tante rievocazioni e tante immagini, proviamo a contemplare la fede dei Magi che non solo si mettono in viaggio, che non solo seguono la stella, che non solo interrogano il re e i saggi di Gerusalemme, ma alla fine riconoscono e addirittura adorano.
Riconoscono nella piccola città di Betlemme, riconoscono in quel piccolo bambino che è nato il Re, quel re annunciato e prefigurato come il Salvatore di tutti gli uomini.
Questa consapevolezza, che il Signore rinnova nella nostra coscienza cristiana, ci permette di far festa in questo giorno dell’Epifania e di renderci conto che l’Epifania è una autentica festa missionaria.
È missionaria perché ci dice della missione di Dio: Dio è missionario, Dio il primo missionario, Dio è la sorgente di ogni missione. La missione è manifestazione. Ben lontana da noi l’idea di missione come conquista. La missione è essenzialmente manifestazione dell’amore di Dio e l’Epifania è l’inizio di questa manifestazione con quelle caratteristiche di umiltà che ci dovrebbero ancora sorprendere e provocare.
Gesù comincia a manifestare a tutti gli uomini, proprio a partire da questa vicenda della sua incarnazione, l’amore del Padre. Lo manifesta condividendo la condizione di tutti gli uomini.
Quindi la missione che è manifestazione dell’amore di Dio si realizza a partire da una condivisione della condizione di tutti gli uomini. Non c’è missionario, non c’è cristiano in missione che non sia chiamato a questo stile, ad aderire a questa condizione perché è quella che Dio stesso ha adottato. Condividere la condizione di tutti gli uomini a partire proprio dai più piccoli, dai più poveri, dai più deboli, dai più dimenticati, dai più umiliati.
Io vedo l’ordinazione di Fabio in questo orizzonte. Il diaconato è il sacramento del servizio. Ogni cristiano è chiamato a incarnare il servizio della Parola, della Liturgia e della Carità. Il diacono – e il diacono permanente in modo particolare – ci raffigura questa dimensione della vita cristiana in maniera permanente e in maniera sacramentale, perché attraverso il primo gradino del sacramento dell’ordine il diacono è fatto partecipe della condizione di Cristo proprio nella figura del servitore.
Questo servizio noi oggi vogliamo riconoscerlo in una dimensione essenzialmente missionaria, di quella missione come manifestazione dell’amore di Dio agli uomini condividendo la loro condizione a partire dai più piccoli, dai più poveri, dai più deboli.
Possiamo proprio dire che allora questo servizio missionario è la carità che manifesta l’amore di Dio e lo annuncia a tutti gli uomini.
Mi sembra che questa sia anche una caratteristica della Comunità delle Beatitudini: rivelare all’uomo contemporaneo, attraverso la ricchezza delle diverse vocazioni, la potenza umile e infinita, trasformante, dell’amore di Dio, a partire dalla semplicità della vita e dalla condivisione con gli altri, con coloro che credono, ma con l’apertura a tutti gli uomini.
Caro Fabio, io penso che ricevere il dono di Dio in questo giorno dell’Epifania debba contrassegnare in maniera originale la tua chiamata e la tua missione per sempre.
(trascrizione da registrazione)