Epifania – Cattedrale

06-01-2015
Care sorelle e cari fratelli,
 
il fascino del Vangelo dei Magi è capace sempre di catturare la nostra attenzione. Siamo chiamati a porre il nostro sguardo su Gesù. Lo ricordo perché, con una certa facilità, il nostro sguardo è più attirato dai Magi e dagli altri protagonisti di questa pagina. In realtà il cuore, il centro è proprio e sempre Gesù. Anche il racconto, scritto molto bene, ci conduce nel cuore: i Magi raggiungeranno la meta del loro viaggio quando “entrarono nella casa, videro il bambino e lo adorarono”. Questo è il cuore del Vangelo che abbiamo ascoltato, un Vangelo ancora tutto natalizio.
 
Un Vangelo al cui centro vi è Gesù che viene cercato come Re. I Magi giungono a Gerusalemme e pongono questa domanda: “dove è nato il Re, il Re dei Giudei”? Anche i doni che gli portano sono doni regali e l’adorazione che gli riservano è destinata ad un Re. Anche la folla un giorno, dopo la moltiplicazione dei pani lo cercherà per farlo Re, ma Gesù si sottrarrà decisamente. Si parlerà di Gesù come Re solo nella sua passione. Pilato interrogherà Gesù proprio su questa questione: “Tu sei il Re dei Giudei?”. E alla fine, il titolo di Re verrà affisso sul legno della croce. L’immagine della adorazione dei Magi al Re Bambino e l’immagine del Re Crocifisso non sono così lontane nel racconto del Vangelo di Matteo.
 
Vi dicevo del fascino di questa pagina, che può essere veramente definita una “narrazione perfetta”. Se avrete modo di riprendere la lettura di questa pagina, con un po’ di calma, vi renderete conto che anche dal punto di vista narrativo è una pagina perfetta.
 
Dentro questa pagina, al cui centro vi è Gesù, il Re, si snodano due percorsi, due movimenti che possono essere intitolati “fede e incredulità”, “riconoscimento e rifiuto”.
 
Il percorso dei Magi è il percorso della fede, del riconoscimento. I Magi partono da una intuizione. Potremmo immaginare così la stella che hanno visto “spuntare”: l’intuizione di una novità buona. Si possono dire molte cose della stella: mi permetto di consegnarvela come “intuizione” che questi uomini, non legati al popolo di Israele, intravvedono. Intravvedono e assecondano.
 
La stella è una intuizione che li porta a muoversi, a intraprendere un viaggio. Un viaggio che ha nel cuore una ricerca. L’intuizione, la stella, parla di qualcosa di nuovo, anzi di Qualcuno di nuovo, anzi di Qualcuno totalmente nuovo, decisamente nuovo. Un Re, il Re. La ragione per cui avviene questo viaggio, per cui si mettono in movimento è di trovare il Re e nel momento in cui lo riconosceranno, di adorarlo.
Riconoscere il Re come Re significa per loro offrire a lui il massimo della relazione che è appunto l’adorazione. Una adorazione fatta d’amore. I doni che gli portano sono l’espressione di una adorazione la cui consistenza è l’amore, il dono.
 
Nel loro percorso, i Magi rappresentano la purezza del cuore. I Magi sono dei puri di cuore. L’atmosfera tenebrosa di Gerusalemme non riesce a contaminarli. I puri di cuore camminano, seguono la stella fino a raggiungere la meta. La conferma di questa purezza di cuore l’abbiamo nella conclusione del loro viaggio, quando intraprenderanno una strada nuova. Non se ne tornano per la strada antica, apriranno una strada nuova. E’ la testimonianza che i Magi ci consegnano.
 
Vi è però un altro percorso descritto in maniera raffinata in questa pagina di Vangelo ed è rappresentato dalla figura di Gerusalemme. In realtà non si tratta di un percorso perché qui non si muove nessuno. Gerusalemme è la rappresentazione dell’immobilità.
 
A fronte dell’intuizione dei Magi, a Gerusalemme ci sono gli uomini che conoscono tutto, conoscono la Scrittura, conoscono dove deve nascere il Messia, conoscono, ma non si muovono e non si muoveranno. È l’immobilità che domina in Gerusalemme ed è l’immobilità frutto della paura. La paura degli uomini di Dio è la paura di mettersi in gioco: sappiamo tutto ma non ci muoviamo assolutamente. Per Erode è la paura di veder svuotato il suo potere. Allora bisogna fermare tutto, bisogna paralizzare tutto. L’immobilità viene rappresentata in maniera efficacissima in questa pagina.
 
Se fosse semplicemente immobilità non sarebbe nulla. L’esito di questa immobilità è una sorda ostilità che si manifesterà nel suo momento estremo nella violenza e nella crocifissione di Gesù. Non è solo l’immobilità del non tocchiamo, non muoviamo, ma è una immobilità i cui esiti sono drammatici. Erode scatenerà una strage.
 
Gerusalemme e coloro che la abitano è testimone della durezza di cuore, mentre i Magi sono i testimoni della purezza di cuore. Rimane prigioniera di quelle mura che avrebbero dovuto difendere la fede, il tempio, Dio.
 
Capite quanto è forte questa pagina? Capite attorno a Gesù, il bambino, il Re, che dinamiche si sviluppano?
 
Vorrei che il Natale che stiamo celebrando nell’Epifania del Signore, potesse rappresentare per noi quella stella che ho voluto descrivere come “l’intuizione dei Magi”. Il Natale, cioè, come intuizione, come inizio, come risveglio. Anche se per alcuni di noi ormai sono tanti i Natali da contare, non lasciamoci irretire dall’immobilità di Gerusalemme, da quelli che sanno già tutto di questa storia e che non si muoveranno più. A volte la stanchezza, la stanchezza interiore, i tanti inizi che abbiamo tentato e che poi si sono risolti in un fallimento, ci portano a dire: “Va bene, passa il Natale, domani è finita”. No! Il Natale è la stella che si è accesa anche per noi, è l’intuizione che ogni volta il Vangelo risveglia in quella purezza di cuore che è rimasta in ciascuno. Anche in chi è più invecchiato, anche in chi è più indurito c’è ancora spazio per quell’intuizione, c’è ancora spazio per la purezza di cuore che si lascia risvegliare dalla novità del Natale, da questo mistero di un Dio che gioca tutto se stesso diventando uomo, percorrendo le nostre strade, donandoci una salvezza che non è magia, ma un impastarsi con le nostre vicende e trasformarle e restituirle alla speranza attraverso l’amore più grande.
 
Questa intuizione, che non è solo fantasia, che non è solo immaginazione, che non è un bel pensiero, è una storia, la storia di Dio diventato uomo. Noi la possiamo riconoscere nella vicenda di Gesù.
 
Come i Magi allora vogliamo rimetterci in viaggio. Il tempo che ci attende, i giorni che ci attendono, la quotidianità che ci attende è il nostro viaggio, un viaggio appunto guidato da questa stella. “Nel vedere la stella provarono una grandissima gioia”. Un viaggio che rappresenta una ricerca mai finita, appassionata, del Re della nostra vita, di quel Re che è Gesù Cristo. Una ricerca illuminata dalla Scrittura. Non da una Scrittura che ci irretisce in una specie di orgoglio (“io so già tutto”), ma da una Scrittura che è lampada sul nostro cammino.
 
Finalmente un viaggio che ci porta a riconoscere Gesù. Non solo nell’Eucaristia, ma nella nostra vita. Riconoscere Gesù, il Re, il bambino: perché il Re si manifesta agli occhi dei Magi come un bambino. Per noi significa compiere ilviaggio della vita, alla luce della stella del Natale, riconoscendo Gesù vivente nel volto del piccolo. Nel volto di ogni bambino, ricordiamolo. Nel volto di chi è piccolo, di chi conta poco o nulla, di chi non può imporsi, di chi porta dentro di sé tutta la fragilità di un bambino che a volte ci intenerisce e altre volte è totalmente esposta a indifferenza e violenza.
 
Riconoscere il volto e la presenza di Gesù dentro questo percorso non è facile, ma se noi percorriamo la stessa strada dei Magi, se seguiamo la stella del Natale allora questo riconoscimento è possibile. Allora anche noi proveremo la grande gioia, anche noi ci prostreremo e porteremo i nostri doni riconoscendo finalmente Gesù che è presente in mezzo a noi. Addirittura Gesù che è in noi.
 
Cari fratelli e sorelle, adesso continuerà la celebrazione con l’offerta del pane e del vino, con la presenza di Cristo in mezzo a noi, ma noi non ci fermeremo qui: non solo perché usciremo dalla chiesa, ma perché il nostro Natale vuol rappresentare ancora una volta la possibilità di un inizio, un inizio sotto il segno di quella stella che ha guidato il cammino dei Magi e li ha resi degli uomini nuovi. Così avvenga anche per noi.
 
(trascrizione da registrazione)