Solo lunedì 20 gennaio 2020, ore 21, al Cinema del Borgo (Via Borgo Palazzo 51, Bergamo) verrà proiettato il documentario IL NOSTRO PAPA di Tiziana Lupi e Marco Spagnoli (con Manu Fernandez, Iago Garcia – durata 72 minuti).
Iago Garcia, un attore noto in Argentina e Spagna ma anche in Italia ha accettato di interpretare il ruolo di Jorge Mario Bergoglio giovane a Buenos Aires e per fare ciò sente il bisogno di conoscere le radici familiari e culturali di colui che sarebbe diventato Papa Francesco. Inizia quindi il suo percorso dal porto di Genova da cui, nel 1929, la famiglia Bergoglio partì per emigrare in Argentina.
Questo più che interessante documentario ha alla base il libro omonimo scritto da Tiziana Lupi (che codirige con Marco Spagnoli).
Nel titolo, in quell’aggettivo possessivo, sta il senso profondo del film. “Nostro” non ha infatti il significato generico di un abbraccio retorico tra il Pontefice e i fedeli quanto piuttosto quello della rivendicazione di una condizione umana ed esistenziale. Papa Francesco è ‘nostro’ perché le sue origini sono italiane. Ma anche in questo caso non si tratta di una revanche nazionalistica. Semmai è il contrario. Perché chi continua a martellare l’opinione pubblica con lo slogan “prima gli italiani” finge scientemente di dimenticare che decine di milioni di ‘nostri’ connazionali nel corso del Ventesimo secolo dovettero emigrare. Non fuggivano da guerre ma erano “migranti economici” esattamente come quelli dinanzi ai quali (non solo in Italia ad onor del vero) si vogliono alzare i muri dei respingimenti lasciandoli in balia di torturatori e sfruttatori.
La relazione sui migranti italiani stilata all’epoca da un funzionario statunitense potrebbe averla firmata oggi un suo collega italiano. L’intero lavoro di Spagnoli e Lupi è finalizzato a porre in rilievo come l’attenzione di Papa Francesco non sia di taglio ‘politico’ (come vorrebbero i detrattori) ma sia sentita nel profondo di una condizione conosciuta direttamente in ambito familiare e riletta alla luce del Vangelo.