Il bene, nel male

«La mostra – sottolinea Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – si innesta nel nostro percorso volto ad assicurare una doverosa valorizzazione ai Maestri della scultura bergamasca in un progetto pluriennale, indirizzato ad attribuire il meritato rilievo alla splendida stagione artistica del Novecento nella nostra città. Dopo le molteplici esposizioni personali dedicate nel tempo a illustri e importanti scultori – pensiamo, solo nell’anno 2023, a Giacomo Manzù, Ugo Riva, Piero Cattaneo – la nostra proposta si concentra ora sulla autorevole figura di Giancarlo Defendi».

L’esposizione “il BENE, nel MALE” – Sculture di Giancarlo Defendi – curata da Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali – sarà visibile presso la sede del M.A.C.S (Museo d’Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia dal 12 ottobre al 24 novembre 2024.

L’inaugurazione si terrà alle ore 17.00 nella Basilica di San Defendente a Romano di Lombardia. Per l’occasione è previsto il concerto musicale “Not in vain” a cura del Trio Giallo: Cesare Zanetti (violino e direzione) Valentina De Filippis (viola) e Marco Pennacchio (violoncello), offerto dalla Fondazione Creberg.

A tutti i visitatori verrà consegnato, come sempre gratuitamente, il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco.

La mostra sarà aperta con ingresso libero: mercoledì, giovedì, venerdì 9.30 – 12.00; sabato, domenica 9.30 – 12.00 15.00 – 19.00.

Le opere
Tutte le sculture in mostra, dall’Infanta all’Amante e la Diva, parlano di “esseri viventi”, siano essi personaggi storici, biblici oppure uomini e donne comuni.  I volti dei protagonisti di Defendi non sono mai dei ritratti ma il frutto della sua capacità inventiva. Non capiterà mai di imbatterci in uno dei visi da lui tracciati sebbene ognuno di essi abbia un’espressività talmente potente e realistica da rispondere perfettamente ai canoni umani più naturali e autentici, senza idealizzazioni.

Spiega Paola Silvia Ubiali che «la natura morta non appartiene al vocabolario espressivo di Defendi. Il suo bisogno di fare arte pone infatti al centro la dimensione esistenziale come perenne ricerca del fattore umano, a volte anche bestiale. Una bestialità che non è mai disumana o crudele nemmeno quando incarna il Maligno, come per esempio in Diavolo e Amante dove Satana teriomorfo, principe dei demoni, da sempre identificato con l’istinto malvagio, incarna invece un animo sensibile e delicato che soccombe al cospetto dell’amore. La magia di Defendi sta tutta qui, nella potenza di un gesto naturale e disarmante che spariglia le carte, ribaltando consuetudini e luoghi comuni».

«Mi ha molto colpito la capacità evocativa delle opere esposte, che riconducono alle pieghe più nascoste dell’esistenza» sottolinea Angelo Piazzoli. «La visione di queste sculture mi ha condotto in un viaggio col pensiero che ha richiamato alla memoria i giochi semplici dell’infanzia (Pergiocando e Pervolando), i racconti della fanciullezza (Egizi – Giuditta e Oloferne), i sogni del Ginnasio (Pervolando con Icaro), le riflessioni del Liceo (L’Asceta  Il Poeta). Un itinerario affascinante, che penso possa valere per ciascuno di noi, nei periodi più belli e spensierati della vita».

Attraverso la sperimentazione di nuove tecniche lo scultore si confronta con l’imprevedibilità della materia mentre è grazie all’innata curiosità che raggiunge quella padronanza degli elementi e delle loro reazioni. «Ma la sola tecnica non basta» ricorda Paola Silvia Ubiali «serve quel quid, quel qualcosa in più che trasforma la scultura ordinaria in opera straordinaria. Nei lavori di Defendi quel quid è l’infusione della vita, sempre presente in qualunque “cosa” esca dalle sue mani. Ogni “Cosa” e non solo personaggio, figura, tipo, carattere ecc. perché non tutto ciò che di Defendi presenta caratteristiche umane può essere definito tale e di conseguenza nemmeno può essere facilmente collocato nella categoria del “Bene” o in quella del “Male”Defendi crea una suggestione e dopo un istante la distrugge non senza venare lo scenario di sottili inquietudini. Conclude la curatrice «È come passare istantaneamente da una fiaba a un martirologio, da un melodramma a un film dell’orrore. Le fiabe sono la messa in scena di paure ancestrali che abitano l’inconscio e la lotta del bene contro il male termina sempre con un lieto fine che rassicura il bambino che è in ognuno di noi. Ma l’artista ci priva del lieto fine e ci lascia pieni di dubbiDefendi è un grande narratore, ma le sue sono volutamente storie incompiute; si spinge fino a un certo punto oltre al quale lascia spazio al mistero della fede o alla immaginazione umana, stimolando in noi reazioni non definibili, riflessi della complessità che ci circonda».

Scarica l’invito