“…Che festa sia…” – Considerazioni sulle aperture festive delle attività commerciali

“A volte chi progetta è interessato alla gestione di forza-lavoro individuale, da assemblare e utilizzare o scartare secondo la convenienza economica. La famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!” 
(Papa Francesco – 19 agosto 2015)
 
La capacità trasfigurante della Carità raggiunge il mondo del lavoro, dei lavoratori e degli imprenditori, promuovendo una qualificazione e una produttività capaci di alimentare speranze inclusive, condivise, significative per le nuove generazioni; capaci anche di non rassegnarsi alla necessità di creare gli “scarti umani”, determinata dalle algide geometrie di organizzazione del lavoro.
Non è separato da questo discorso quello che porta la sigla della “festa”. La Carità è l’anima della festa secondo il Vangelo, perché promuove la celebrazione della festa nei suoi aspetti più intensamente umani. Penso alla gratuità, alla scioltezza delle relazioni, alla soddisfazione per risultati conseguiti insieme, alla gioia di traguardi familiari, a momenti in cui la comunità si riconosce. La Carità contribuisce alla trasfigurazione della festa sempre più esposta a tentazioni di efficienza organizzativa, di produttività economica, di esercizi di potere da parte di un gruppo piuttosto che di un altro, di rassegnato e qualche volta compulsivo consumismo.
(Vescovo Francesco Beschi – Lettera Pastorale 2015/2016)
 
 
Riproponiamo all’attenzione di tutti come i bisogni profondi del cuore dell’uomo e della donna – il bisogno di senso della vita, il bisogno di unità interiore, il bisogno di relazioni forti, il bisogno di verità e di felicità, il bisogno di spiritualità e di trascendenza – trovino nella società odierna la possibilità di esprimersi e di essere soddisfatti, o viceversa sempre nuovi ostacoli che strutturalmente allontanano le persone dal soddisfare quelle esigenze che esaltano la qualità della vita.
 
Oggi si tende sempre più a parlare di tempo libero e sempre meno di festa, sempre più di week end e sempre meno di domenica. Questo cambiamento culturale chiede alla società tutta e ai cristiani in particolare fermezza e vigilanza perché non venga meno il tempo della festa.
 
Oggi, si aggiunge una nuova sfida dalla società dei consumi e dall’aumento delle aperture domenicali e durante alcune festività importanti, dei negozi e centri commerciali. Si mostra così ancor più evidente come il tempo libero coincida ormai con il tempo del consumo. E’ sotto i nostri occhi come i luoghi ed i rituali del consumo diventano sempre più invadenti. Questi spazi tendono ad assorbire dentro la propria struttura funzioni che erano della società: relazioni fra persone, senso di appartenenza comunitaria (pensiamo ad esempio al fenomeno di famiglie che trascorrono gran parte della domenica nei grandi supermercati). Lavoro e consumo, sono sempre più strettamente congiunti (si lavora per consumare, si consuma per poter lavorare). Vi è un reale rischio che il consumo diventi una nuova ideologia. La società dei consumi fa leva profondamente sulle emozioni, trasforma bisogni veri, in bisogni altri, aggirando la ragione che ne è la grande nemica perché prende le distanze dall’oggetto e dalle proprie passioni. Di fronte a questa sfida la comunità tutta e quella cristiana in particolare è chiamata ad un profondo lavoro educativo per una ecologia della persona, per una ecologia dei desideri come ribadisce l’esortazione apostolica Laudato Si, riprendendo la dottrina sociale della chiesa di sempre.
 
Occorre dunque preservare la domenica e le grandi feste come giorno delle relazioni, giorno dei beni immateriali, giorno di spiritualità, di ricerca di se stessi e del senso della vita.
 
E’ opportuno che anche la legislazione favorisca con una adeguata regolazione i tempi della festa, preservando la domenica dalla logica del consumo di beni materiali.
 
I cristiani da parte loro evitino, secondo anche la logica del consumo critico, di utilizzare la domenica come giorno di acquisti e recuperino dentro alla comunità che celebra radunandosi nella fraternità, il valore del tempo e delle relazioni, vivendo in pienezza il tempo della domenica e della festa.
Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro – Diocesi di Bergamo