S. Natale – Messa di Mezzanotte in Cattedrale

25-12-2013
Cari fratelli e sorelle,
un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio. È la notizia che squarcia la notte e che non invecchia mai, perché quel bambino è nato per noi. Quel bambino è il Figlio di Dio, perché Dio ha tanto amato il mondo da dare suo figlio. Questo è l’annuncio che si accompagna alle parole che abbiamo ascoltato, tra cui ne voglio sottolineare tre.
 
La prima è una parola di gioia. Il Natale è un annuncio di gioia: la gioia del Vangelo. La nascita di Gesù, il Figlio di Dio, è motivo di gioia, perché Gesù è l’atteso. Non soltanto dai profeti, Gesù è l’atteso da tutti gli uomini, anche da quelli che inconsapevolmente non lo attendo, anche da quelli che sembra non abbiano più la forza di attendere nulla. Il bambino è nato per noi. Questa è la novità. Questo bimbo è il Figlio di Dio che viene come salvatore. Ogni uomo e ogni donna, ogni piccolo e ogni vecchio, ogni persona che in questo momento può godere della sua opulenza o chi invece vive delle sue miserie, ebbene tutti portano nel cuore un bisogno in più, un bisogno che nessuna cosa potrà accontentare, un desiderio che trova la sua risposta nelle persone che ci amano, eppure in qualche modo sembra più grande di ogni amore che riceviamo. Gesù è l’atteso. Ecco perché l’annuncio della nascita di Gesù diventa una gioia per coloro che lo accolgono.
 
Dire gioia non significa dimenticare la sofferenza. Proprio in questi giorni la sofferenza di chi soffre diventa più acuta, nel contrasto con luci e musiche, festa e affetti. Chi soffre, soffre di più. In qualsiasi condizione di sofferenza si trovi. Per questo l’annuncio del Natale di Gesù è l’annuncio della gioia: perché è una gioia che non vuole anestetizzare la sofferenza, è una gioia che non mistifica la sofferenza né la sottovaluta. Il Natale non è un analgesico per le sofferenze umane. È invece la possibilità che ci viene offerta dall’amore di Dio, rappresentato dalla nascita di Gesù, di poter stare nella sofferenza senza disperazione, di poter vedere nella notte della sofferenza una luce. Allora io in questo momento dico, anche a tutti coloro che soffrono: “Aprite gli occhi su Gesù che nasce, intravedete nella vostra oscurità la luce di Cristo per noi”. Un bambino è nato per noi.
 
Chi crede in lui, chi ha accolto la gioia che viene con lui, non può tenerla per sé: la doni a chi gli è vicino e la porti a chi è lontano. Così renderemo credibile l’annuncio del Vangelo della gioia.
 
La seconda parola che risuona insieme a questo annuncio è la parola della luce. Dice il profeta: “Una grande luce risplende nelle tenebre”. Siamo venuti di notte proprio per vedere questa luce. La grande luce è un bambino che è nato per noi. È molto piccolo un bambino, come mai si dice “una grande luce”? Dove sta questa grandezza? Non è conosciuto, non appartiene al novero dei potenti, non nasce in una reggia, dove sta la sua grandezza? La sua grandezza sta nella necessità che abbiamo di lui. Non solo è l’atteso, lui ci è necessario.
 
Diceva Paolo VI: “Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le radici della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace. Abbiamo bisogno di Cristo, abbiamo bisogno del Vangelo”.
 
Cari fratelli e sorelle, siete venuti in tanti e portate nel cuore la vostra vita, i vostri cari, le vostre attese e le vostre delusioni. È nato un bambino per noi, è il Figlio di Dio. Io vorrei ricordare che ne abbiamo assolutamente bisogno. Cristo ci è necessario. Il dimenticarlo non ci porta sulle sponde della salvezza e della liberazione.
 
Infine, la terza parola che si accompagna all’annuncio che “un bambino è nato per noi”, è la parola degli angeli. Gli angeli che cantano: “Gloria a Dio e pace per gli uomini”. Accogliere Cristo, accogliere il suo Vangelo, accogliere il mistero della nascita del Figlio di Dio è finalmente accogliere la pace che viene da lui.
 
Cari fratelli, abbiamo bisogno di pace, di pace vera, di pace nelle nostre famiglie, di pace nelle nostre comunità, di pace nella società, ma di pace vera, di pace giusta. L’annuncio dell’angelo è un annuncio di pace. Andate in pace, diremo. Andremo in pace se ancora una volta accoglieremo Gesù che nasce per noi e accoglieremo il suo Vangelo.
 
Il miracolo che preserva il mondo dalla sua rovina è in definitiva il fatto della natività. La più gloriosa ed efficace espressione della fede e della speranza per il mondo si trova nelle poche parole con cui il Vangelo annuncia la lieta notizia del Natale: un bambino è nato per noi. 
(trascrizione da registrazione)