20 gennaio – Il Vescovo Francesco ordina un nuovo diacono permanente

Sabato 20 gennaio 2024 alle ore 10.30 in Cattedrale il Vescovo Francesco ordina diacono Ivo Salvi della Parrocchia di Santa Maria d’Oleno in Sforzatica (Dalmine) portando a diciassette il numero dei Diaconi permanenti presenti nella nostra Diocesi.

Nato a Bergamo il 26 novembre 1967, è sposato con Manuela Bertulessi e padre di tre figli: Esther, Davide e Samuele. Lavora come infermiere professionale e da tempo è impegnato nella pastorale, soprattutto familiare e caritativa, delle parrocchie del comune di Dalmine.

L’ordine del diaconato risale alla Chiesa Apostolica e nella chiesa di Bergamo è stato restaurato nel 2003; i primi sono stati ordinati nel 2007. La parola “diacono” viene sempre nominata durante la preghiera eucaristica recitata nel corso della celebrazione della Messa. Ma, nella coscienza popolare, il suo significato e ruolo non è per nulla scontato. E dopo venti anni, a Bergamo la conoscenza della presenza e dell’identità del diaconato permanente non è ancora molto diffusa e radicata. La parola greca diakonos venne utilizzata fin dall’inizio della vita della Chiesa per indicare colui che si poneva nella comunità a servizio del prossimo, in modo autorevole e ufficialmente riconosciuto. Ben presto quella del diacono divenne una vera e propria figura ministeriale, che si affiancò a quella del vescovo e del presbitero (prete).

Il ministero del diacono è sintetizzato con la triade “servizio della liturgia, della parola e della carità”. Nella liturgia, in particolare, può amministrare il sacramento del Battesimo, assistere e benedire il Matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali. Nella pastorale ordinaria, anche per l’esperienza di vita familiare vissuta direttamente, in diversi casi i Diaconi (anche insieme alle mogli) offrono la presenza ai percorsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, anche in cammini di preparazione ai Battesimi. Nell’ambito della carità i servizi si svolgono in diversi contesti: dalla prossimità a diverse forme di particolare povertà e marginalità, all’assistenza spirituale nelle Case di cura, nelle Residenze Sociosanitarie Assistenziali, nelle Carceri giudiziarie.

Il diaconato permanente, che può essere conferito a uomini sposati e che svolgono una professione ordinaria, non è un “lavoro a tempo pieno” a servizio diretto della vita intra ecclesiale, come per i vescovi e i sacerdoti, ma è l’assunzione di un impegno stabile e duraturo che, a seconda dell’indole e delle condizioni personali, può variare in tempi e modalità.