Signore, abbi pietà di noi, sgomenti e ammutoliti
Abbi pietà dei morti, dei nostri defunti, di quelli che, soli, hanno varcato le soglie della morte.
Abbi pietà di chi ha visto i suoi cari uscire dalla casa e non ha più incrociato il loro sguardo.
Abbi pietà di coloro che malati, sperano e fa di ogni respiro, un passo verso la salute ritrovata.
Abbi pietà di coloro che con dedizione sconfinata e illuminata intelligenza non s’arrendono alla violenza del contagio
Abbi pietà di chi, compiendo ogni giorno il suo dovere e il proprio lavoro, rende sicura e sostenibile la vita delle nostre famiglie
Abbi pietà di chi è chiamato alle scelte più impegnative per il bene di tutti
Abbi pietà delle nostre famiglie riunite, degli anziani e dei bambini
Abbi pietà dei carcerati, delle loro famiglie e di chi li custodisce.
Abbi pietà della tua Chiesa, di ogni comunità parrocchiale piccola e grande, dei preti vivi e defunti, dei diaconi, delle donne e uomini consacrati a te.
Abbi pietà di tutti coloro che stanno in preghiera, in silenzio, nel ricordo sereno o struggente di chi è stato loro caro, credente, non credente, a qualsiasi comunità religiosa appartenga.
Abbi pietà, perdonaci ed ascoltaci.
Ascolta Signore il dolore che sale da questa terra che ancora crediamo benedetta.
Ascolta il silenzio di questo dolore: il silenzio di chi è morto e di chi è vivo. Non gridiamo. Il silenzio è la preghiera dello strazio
Ascolta le nostre parole che fanno eco di dolori nascosti nel cuore e nelle case, compressi da distanze che ci rubano carezze, sorrisi ed abbracci.
Ora che i nostri morti se ne vanno soli, avvertiamo che non possono essere solo nostri, sono di tutti, sono di una famiglia più grande: la nostra città, i nostri paesi, le nostre comunità.
Ascolta il respiro affannato di chi è ancora malato e quello sommesso o convulso di chi si sente derubato: non tanto di cose, non solo di salute, ma di chi ci è più caro e perfino della sua morte e della sua sepoltura.
Ascolta la speranza, per molti indicibile, che tutto non sia consumato, che il ricordo non sia l’unica eredità, che la vita di chi abbiamo amato e tanto ci ha amato non diventi solo polvere di un universo impassibile.
La prova è grande, non è misurabile. Fatichiamo a sentirti, a vederti: ma noi crediamo in Te.
Noi crediamo che Tu sei il Vivente, la sorgente della Vita e che in Te i nostri morti vivono della vita perfetta, la vita felice di abita nell’amore.
Noi crediamo che nella morte in croce di Gesù, tuo Figlio, e nella sua sepoltura, ogni crocifisso, ogni morto, ogni sepolto è riscattato dall’abbandono, dall’oscurità, dal nulla.
Noi crediamo che il Primo, non è l’unico, e in Lui la vita di ogni uomo è destinata alla sua perfezione: l’amore.
Noi crediamo che questo è il nostro destino e di chi è scomparso ai nostri occhi.
Ti preghiamo Signore per chi è morto e chi è vivo, per chi è malato e chi lo assiste, per chi lavora e chi ne è impedito, per chi spera e chi è disperato; ti preghiamo per le nostre famiglie, per i nonni e gli anziani, per i bambini e per i più fragili; per chi è solo e chi è abbandonato.
Ti preghiamo da questo luogo che la pietà umana a destinato a comune sepoltura: possa un giorno non lontano vederci riuniti ad innalzare insieme la nostra invocazione e la nostra speranza.