26-08-2013
Il ricordo del martire Alessandro, patrono della città e della Diocesi
Il fraterno benvenuto a tutti i partecipanti alla 64^ settimana liturgica nazionale, ai fratelli vescovi, in modo particolare a S.E.Mons.Felice Di Molfetta, presidente del Centro Azione Liturgica e mons.Alfredo Di Stefano, segretario, che ringrazio per aver scelto ancora una volta la nostra Diocesi come sede dell’incontro.
L’augurio perché l’esperienza sia ricca di soddisfazioni per coloro che vi parteciperanno e possa avere risonanze pastorali significative per tutta la Chiesa italiana.
La consapevolezza che la vostra presenza a Bergamo, sotto il titolo “Cose nuove e cose antiche. La liturgia a 50 anni dal Concilio”, assume un particolare significato nel ricordo del Beato Papa Giovanni, nell’anno cinquantesimo della sua morte e nella stupenda prospettiva della sua straordinaria canonizzazione.
Il legame di Papa Giovanni, con la sua famiglia, il suo paese natale di Sotto il Monte, il Seminario, ora a lui dedicato, e la Diocesi di Bergamo, non ha segnato solo la sua formazione iniziale, ma ha accompagnato in modo speciale tutta la sua esistenza. Da qui ha attinto i connotati fondamentali della sua fede, della sua spiritualità, della sua attitudine pastorale. In questa Chiesa, in questa comunità, ha assimilato quel criterio sapienziale, a titolo della Settimana, per cui non si disperda il tesoro delle “cose antiche” e proprio questa fedeltà diventi sorgiva di “cose evangelicamente nuove”.
Il rapporto tra le antiche e le nuove, vuol essere il dono che la nostra Diocesi offre a questo incontro: si tratta della diffusa e radicata presenza di tradizioni religiose popolari, che lontane da forme di pura esteriorità, contrassegnano il nostro territorio e soprattutto rappresentano ancora una specie di “scrigno” della fede; contemporaneamente desidero condividere con voi la particolare sensibilità che alcuni Vescovi di Bergamo, tra cui il compianto mons.Amadei e l’indimenticato mons.Bernareggi e non pochi sacerdoti bergamaschi hanno espresso e tuttora esprimono relativamente al rapporto tra liturgia e forma di Chiesa, liturgia e pastorale nelle sue diverse dimensioni.
La Settimana liturgica nazionale rappresenta a sua volta un dono, per la nostra Diocesi, per la vostra presenza, per le opportunità di riflessione e di incontro che ci offre, ma anche per un motivo particolare: durante l’anno pastorale che si apre incontrerò nei ventotto vicariati della Diocesi, tutti gli animatori liturgici presenti nelle nostre 389 parrocchie. Si tratta di condividere e approfondire il servizio da loro reso, nell’orizzonte della coscienza ecclesiale del dono della liturgia. Ritengo che questo evento possa rappresentare simbolicamente anche l’inizio di quegli incontri.
Care sorelle e fratelli, in questo contesto di preghiera, nella solennità del patrono, il martire Alessandro, affidiamo al Signore questi giorni e l’impegno di tutti: con più grande intensità si alimenti il rapporto tra il mistero celebrato e il servizio sacerdotale a cui ogni battezzato è chiamato con la propria esistenza.