Care sorelle e fratelli,
ci ritroviamo per questo momento di preghiera e quest’oggi pregheremo il Santo Rosario dalla Cappella delle Ghiaie di Bonate. Una cappella che è diventata punto di attrazione di moltissime persone che qui si rivolgono a Maria invocandola come Regina della Famiglia.
Il posto nel quale ci troviamo è molto semplice ed è rimasto sempre così nel corso degli anni. Alla semplicità del luogo corrisponde una grande intensità di preghiera che oggi condividiamo insieme.
La nostra preghiera quest’oggi sarà in modo particolare per le famiglie, che sono protagoniste di questi giorni così faticosi e per molti anche dolorosi. Vogliamo invocare l’intercessione di Maria Regina della Famiglia per tutte le famiglie che abitano le nostre case, che stanno vivendo una condizione particolarissima che non avrebbero mai immaginato.
Non dimenticheremo i malati, gli anziani e coloro che se ne prendono cura, ma rifletteremo come ogni persona ha delle relazioni del tutto decisive come sono quelle della sua famiglia.
Qui la devozione a Maria, Regina della Famiglia, nasce in un tempo molto difficile, durante la Seconda Guerra Mondiale. Una bambina, Adelaide Roncalli, diventa testimone di questa devozione ad un punto tale che una moltitudine di persone, allora, si mosse per venire a pregare. Oggi non ci possiamo muovere, ma i mezzi della comunicazione e in particolar modo la televisione – che ancora una volta ringrazio attraverso i suo operatori – rendono possibile il nostro radunarci in preghiera.
Portiamo qui le nostre intenzioni e le nostre speranze, insieme a tutto ciò che sta attraversando i nostri cuori, riconducendo tutto particolarmente a quei volti che in questo momento sono accanto a noi o lontano da noi, ma che costituiscono la nostra famiglia.
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Care sorelle e fratelli,
abbiamo pregato e invocato Maria con il titolo di Regina della Famiglia che in modo particolare qui le viene attribuito.
Voi tutti ricorderete come il Santo Papa Giovanni Paolo II desiderò, raccogliendo un invito che veniva da tanti Vescovi, inserire nelle Litanie che abbiamo appena ripetuto insieme anche questo titolo e il motivo fu per quanto la famiglia è cara alla comunità cristiana.
La considerazione della famiglia è altissima per noi cristiani. Siamo convinti che la famiglia e il matrimonio non siano semplicemente un fatto che appartiene alla storia o alla cultura, o tanto meno che appartiene al caso, ma che appartengono a un disegno provvidenziale di Dio per il bene di ciascuna persona e di tutta l’umanità.
Mi è sembrato particolarmente adatto, in questo momento così difficile, venire a invocare per le nostre famiglie la Regina della Famiglia.
La famiglia è stata invasa dal virus del contagio.
Nelle nostre case, le nostre famiglie sono state invase da un nemico invisibile che è andato a raggiungere le diverse generazioni, uomini donne, papà mamme, nonni nonne. Sembra che solo i bambini ne siano preservati e questo è qualcosa che accogliamo come un dono per i più piccoli e i più giovani.
Nelle famiglie abbiamo avuto i malati, con quel contagio che abbiamo imparato a conoscere come devastante. Ci sono malati che sono rimasti nelle famiglie, ci sono malati che sono partiti dalle famiglie e che auguriamo stiano ritornando nelle loro case. Molti invece non ci ritorneranno più. Quante famiglie, invase dal virus, hanno poi vissuto il grandissimo dolore della perdita delle persone care, a volte più di una.
Le nostre famiglia in queste settimane vivono però in una condizione particolarissima che penso mai sia successa prima.
Nella prima domenica di Quaresima, Papa Francesco non si è affacciato alla finestra per pregare con la gente in San Pietro, innalzando al Signore la preghiera dell’Angelus, ma vi è stato un collegamento televisivo dalla propria casa, mentre la piazza era vuota – e abbiamo imparato anche a vedere questi gesti del Papa che benedice da solo – così aprendo la sua riflessione diceva: “è la prima volta che il Papa si rivolge a tutti dalla sua casa dove è come ingabbiato”. Ingabbiato è proprio l’aggettivo che ha usato il Papa. Le nostre famiglie in queste settimane sono come il Papa, ingabbiate nelle case.
È una condizione inedita. È vero, è una grande cosa che le nostre famiglie abbiano una casa, perché non vogliamo dimenticare che ci sono persone che non hanno una casa.
Quelle famiglie che al mattino si disperdono per la scuola, il lavoro, o ad altri impegni e spesso nemmeno possono ritrovarsi per i pranzo, e a cui resta solo magari la sera dove però i figli giovani rientrano tardi, oggi si ritrovano tutti lì. Ingabbiati.
È una condizione nuova e mi auguro con tutto il cuore ci possa introdurre a una comprensione il più positiva possibile di cosa significano le relazioni familiari, senza nascondere che questa convivenza ingabbiata può esporre anche a fatiche non indifferenti. Sono ben consapevole anche di queste fatiche e anche per questo sono qui a pregare: perché il Signore non vi faccia perdere la serenità di questa convivenza e perché ognuno possa in qualche modo contribuire alla serenità di questa convivenza.
C’è un bellissimo proposito che tante volte ho consegnato a famiglie o coppie di sposi: quando scende la sera, prima che il sonno chiuda i vostri occhi, perdonatevi. Così che veramente il vostro sonno e il vostro risveglio siano nel segno di una possibilità nuova. Non negatevi questa possibilità, soprattuto in questi giorni in cui per le ragioni che ben conosciamo siete ingabbiati in casa.
D’altra parte, mi sto rendendo sempre più conto e desidero dirlo ad alta voce, che la famiglia si rivela ancora una volta come la risorsa decisiva della società.
Noi siamo preoccupati su molti fronti: non dimentichiamo le condizioni dei malati e di coloro che li curano, non dimentichiamo le condizioni degli anziani nelle case di riposo, non voglio dimenticare le tante famiglie formate da una sola persona che sperimentano in questo periodo ancor più fortemente questa condizione di solitudine.
Ma non dimentichiamo soprattutto che le nostre famiglie, seppur non sono perfette, in questo momento stanno reggendo lo sforzo che il nostro Paese sta facendo per contenere il contagio. Quante volte nei momenti di emergenza la famiglia si è rivelata decisiva. E io mi augurerei che non sia soltanto nei momenti di emergenza.
La famiglia ci è necessaria. Le relazioni familiari ci sono decisive: dai piccoli che crescono, agli adolescenti che sono già proiettati fuori dalla famiglia e un giorno ne formeranno una loro, nella relazione tra uomo e donna così delicata ed esposta all’incomprensione, purtroppo a volte anche all’incomprensione violenta.
Tutto questo continuamente viene reimpastato da quell’amore assolutamente originale che è l’amore familiare.
Siamo qui a invocare la Regina della Famiglia perché questa risorsa umana – che mi permetto di restituirvi proprio in un momento in cui la state vivendo magari con qualche elemento di fatica – non venga mai sottovalutata.
In tutte le classifiche, in tutti gli angoli del mondo, al primo posto c’è sempre l’apprezzamento per la famiglia. Nella gioia, nella bellezza e anche nella fatica di questi giorni, non vogliamo dimenticare come le relazioni familiari siano veramente decisive, nel bene e anche nel male, ma noi vogliamo soprattuto nel bene.
Infine, la famiglia in queste settimane si è rivelata quello che la Chiesa da sempre dice di lei: una piccola Chiesa. Non possiamo accedere alla grande Chiesa, non ci ritroviamo più – anche se lo desideriamo tanto – nella nostra comunità di cui sentiamo il bisogno. In questo momento la famiglia rivela proprio quello che è: una Chiesa domestica.
Care sorelle e fratelli, non abbiate vergogna di una preghiera fatta insieme, voi papà e mamme, fatta insieme con i vostri piccoli, di una preghiera fatta anche se i vostri figli adolescenti e giovani non vi parteciperanno. Sapranno però che vi sta a cuore la relazione con il Signore per il bene della vostra famiglia e che è lo stesso starvi a cuore la loro vita che diventa preghiera.
Non dimenticate – l’ho ripetuto tanto in questi giorni – di benedire i vostri figli! È una cosa bellissima che un papà e una mamma possano benedire i loro figli, anche quando sembra proprio che i figli non corrispondano alle loro attese. Donatevi la benedizione!
Non dimenticate quando siete riuniti intorno alla tavola, di dare una benedizione.
Non dimenticate, anzi andate a riscoprire insieme, un’immagine forse nascosta in qualche angolo della casa ma che dice la nostra fede.
Non dimenticate che siete battezzati, non dimenticate – per quelli che lo sono – che avete vissuto e state vivendo il sacramento del matrimonio. Sono sacramenti che fanno questa piccola Chiesa, la Chiesa domestica. E noi sacerdoti vogliamo riconoscere questa realtà, per vederla veramente come una grazia.
Care sorelle e fratelli, in questo luogo invochiamo la Regina della famiglia.
La Regina della Famiglia è la regina “delle” famiglie, perché la famiglia da solo non basta.
Proprio in questo momento ci rendiamo conto nei modi più diversi che è importante che le famiglie stabiliscano tra loro relazioni significative e positive. Allora tutta la nostra comunità e tutta la nostra società prenderanno un volto molto più umano.
La preghiera alla famiglia e per la famiglia per me assume questi grandi significati. Sono venuto qui proprio a pregare la Regina della Famiglia per tutti voi con la convinzione di quanto la vostra esperienza familiare sia importante così che con l’aiuto e l’intercessione di Maria la possiate vivere al meglio.