Elezione dei Catecumeni – Cattedrale

11-03-2017
Care sorelle e fratelli,
 
la prima domenica di Quaresima è sempre contrassegnata dall’annuncio del Vangelo delle tentazioni di Gesù e particolarmente in questa domenica abbiamo udito introdurre questo racconto con la pagina famosissima dal libro della Genesi, il primo della Bibbia, che narra della tentazione di Adamo ed Eva.
 
Dobbiamo riconoscere che per certi aspetti la tentazione è oggi un’esperienza un po’ sconosciuta, potremmo dire inattuale. In qualche modo quel diavolo che tenta Gesù e che ha tentato il primo uomo e la prima donna è disoccupato. Come tanti oggi. Non c’è più spazio per la tentazione, perché alla tentazione è stata sostituita la giustificazione: ogni scelta che riteniamo di compiere ha qualche buona ragione per essere giustificata. Credo che questo debba essere considerato.
 
D’altra parte proprio la presenza di queste donne e di questi uomini che chiedono di diventare cristiani ci ripropone la possibilità che la tentazione sia ancora molto attuale e che ci riguardi quotidianamente. Oggi, cari fratelli e sorelle, noi siamo tentati radicalmente, proprio come Gesù e proprio come il primo uomo e la prima donna. La tentazione che sperimentiamo quotidianamente è questa: vale la pena essere cristiani? ne vale veramente la pena? merita di giocarci la vita?
 
Non ci appare oggi né il serpente né il diavolo, ma nel dispiegarsi delle nostre giornate, delle scelte che siamo chiamati a compiere, degli atteggiamenti che appartengono ai nostri comportamenti abituali si introduce sistematicamente questa tentazione: ma vale ancora la pena essere cristiani?
 
Come questi catecumeni stanno riproponendoci la domanda, non in forma di tentazione ma di provocazione, così dobbiamo ammettere che le condizioni in cui noi oggi viviamo continuamente insinuano questo dubbio e alla fine questa possibilità: che si possa vivere benissimo senza essere cristiani, anzi, che forse si vive anche meglio.
 
Senza far passare i nostri figli, i nostri amici, i nostri colleghi come diavolo, però sono loro stessi che ci dicono: ma tu ci credi ancora? ma sei ancora lì? E in qualche modo alimentano inconsapevolmente (perché non vogliono essere il nostro diavolo tentatore) quel: ma vale ancora la pena? Sto seguendo la strada migliore? Ha a che fare con quello che desidero profondamente? È una gioia?
 
Come vincere la tentazione? Come uscire da questo dilemma, da questo piano inclinato sul quale quasi inevitabilmente e spesso senza accorgercene scivoliamo in mille circostanze? Ce lo ha insegnato Gesù. Gesù vince le tentazioni con la Parola del Signore. Una Parola ascoltata, una Parola assimilata, una Parola incarnata.
 
Care sorelle e cari fratelli che state diventando cristiani, voi avete percorso un itinerario in cui la vostra fede si è alimentata proprio alla Parola del Signore. Senza questa alimentazione non ci accorgeremo neppure di essere tentati.
 
È la Parola quella che in qualche modo ci introduce nella tentazione, nel senso che diventa decisiva rispetto alle scelte della vita, ma è anche quella che ci introduce alla possibilità di vincere la tentazione, soprattutto quella tentazione radicale che ho ricordato.
 
Voi oggi siete per tutta la comunità cristiana una provocazione in questo senso: vale la pena essere cristiani? Qui ci sono dei giovani, degli uomini, degli adulti, italiani e di altri paesi che chiedono di diventare cristiani. E noi abbiamo il coraggio di dire loro e di testimoniare loro che ne vale la pena? Abbiamo il coraggio di vincere la nostra tentazione e aiutare loro a vincere la loro, ora forse leggera e domani quando saranno provati anche loro.
 
La fede non solo quella che sta nella testa, ma la fede che sta nella vita ha bisogno di nutrirsi della Parola del Signore. Ha bisogno di nutrirsi della Parola che sentiamo nell’Eucaristia, ma non abituiamoci a questa Parola! La tentazione ci pervaderà al punto tale da renderci inconsapevoli di essere scivolati nella tentazione, se noi non continuiamo a nutrirci di questa Parola con meraviglia, gusto, con la comprensione che non basta che sia ascoltata ma va anche attuata.
 
Che anche voi che state introducendovi all’esperienza cristiana abbiate sempre chiaro questo e abbiate sempre il gusto di questo: la Parola del Signore è la sorgente e il nutrimento della nostra fede.
(trascrizione da registrazione)