Grazie alla disponibilità e alle testimonianze dei sacerdoti missionari fidei donum, abbiamo potuto realizzare
una traccia di Via Crucis missionaria da poter pregare nelle proprie abitazioni.
L’apparire dell’arcobaleno sulle nubi, quasi sempre dopo un’intensa pioggia, ha evocato fin dalle origini della cultura umana emozioni di stupore, ma anche sentimenti di natura religiosa.
Forse anche per questo, in questi giorni è stato uno dei simboli più utilizzati come augurio per superare la tempesta (il tempo della peste … , se volessimo riflettere sulle parole) che stiamo attraversando.
C’è chi ha letto in chiave millenarista questo evento, chi l’ha voluto spiegare come un rivoltarsi da parte della natura contro l’uomo: noi cristiani vogliamo rileggere questo evento a partire dal mistero che sta a fondamento della nostra vita, la morte e resurrezione di Cristo, che passa attraverso la Croce, quasi nuovo arco steso tra cielo e terra, perché nessun diluvio, né quello delle forze della natura, né quello delle potenze del male possa distruggere la gloria di Dio, che è l’uomo vivente.
Ci accostiamo così, in questi giorni in cui non sembra intravvedersi la luce oltre la tempesta, alla celebrazione della Via Crucis, come invocazione affinché Dio rinnovi la sua alleanza con l’uomo, di ogni dove.
Ci accompagnano i sacerdoti nelle diverse missioni diocesane, che in questi giorni ci hanno fatto giungere la loro
vicinanza in diversi modi.
Uniti invochiamo la Misericordia di Cristo per quanti stanno vivendo il dramma della malattia e della perdita dei propri cari.