Il ricercatore statunitense Robin Hanson sostiene che «il Transumanesimo è l’idea secondo cui le nuove tecnologie probabilmente cambieranno il mondo nel prossimo secolo o due a tal punto che i nostri discendenti non saranno per molti aspetti “umani”». La definizione ha i toni della profezia, ma non mancano certo indizi che indicano un profondo mutamento circa un consenso culturale sulle caratteristiche dell’umano. In particolare la velocità del progresso tecnologico consente di compiere attraverso delle macchine una serie di operazioni che fino a pochi decenni fa erano monopolio della mente o del corpo dell’uomo.
Lo sviluppo delle neuroscienze inoltre è in grado di tradurre in impulsi elettrici e stimoli chimici ciò che abbiamo tradizionalmente definito come pensieri, decisioni e sentimenti. Cosa resta dell’umanità dell’uomo tra procedure cerebrali, neurotrasmettitori, intelligenze artificiali, realtà aumentata ed esoscheletri?
L’iniziativa si terrà nelle tre serate del 4, 11, 18 ottobre dalle ore 20.45 alle ore 22.30 presso il Centro Congressi Giovanni XXIII, Viale Papa Giovanni, 106 – Bergamo. La partecipazione è libera.
Il percorso prevede le seguenti relazioni:
Venerdì 4 ottobre
– L’umano e le nuove tecnologie: homo cybersapiens?. Relatore: José María Galván (Professore ordinario di Teologia Morale presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce – Roma).
Venerdì 11 ottobre
– I linguaggi del corpo: dialogo fra neuroscienze e teologia. Relatore: Lucia Vantini (Docente presso l’ISSR di Verona)
Venerdì 18 ottobre
– La questione dell’umano nell’età delle macchine. Relatore: Carmine Di Martino (Professore associato di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Milano).