Care sorelle e fratelli,
abbiamo ascoltato con tanta partecipazione la passione e la morte del Signore. Non si tratta tanto di una specie di cronaca, ma è un Vangelo: una “notizia buona” per la nostra vita e per la vita dell’umanità. È la notizia della grande misericordia di Dio che si manifesta in Gesù, nella sua morte.
Questa ampia narrazione ha anche il sapore della meditazione e il silenzio con l’attenzione che abbiamo manifestato dice di un ascolto che risuona dentro di noi. La settimana santa è un’occasione perché questo risuonare ritorni nei misteri che celebreremo insieme.
In me risuona quella parola che l’apostolo Paolo più di una volta ripete nelle sue lettere: “Egli mi ha amato e ha dato se stesso per me”.
Siamo arrivati compiendo il gesto del corteo gioioso, ricordando l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. È la porta di questa settimana e dei suoi eventi. Evocando il Vangelo abbiamo tenuto tra le mani un ramo di ulivo o una palma, con la quale in segno di festa, di gioia, di approvazione, di onore reso a Gesù abbiamo ripetuto quanto fecero i suoi discepoli accompagnandolo.
Porteremo via il ramo d’ulivo. Non lo lasceremo qui. Quel ramo d’ulivo significa “io voglio seguire Gesù”: seguirlo, ascoltare la sua parola, metterla in pratica nella mia vita, accogliere il suo dono, trasformarlo in vita vissuta, ricevere buoni esempi e testimonianze e cercare anche io di offrirla agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Il ramo d’ulivo lo porteremo via e lo porteremo a casa. Vorrà dire che vogliamo accogliere Gesù nella nostra casa. Questo ramo d’ulivo significa: in questa casa Gesù è il ben venuto. Noi lo aspettiamo, lo desideriamo, lo riconosciamo nei gesti di amore che ogni giorno nelle nostre famiglie si vivono.
La passione di Gesù è una delle narrazioni più importanti della storia dell’uomo. Un Vangelo per i credenti. Il ramo d’ulivo dice la nostra risposta e la nostra fede: noi vogliamo seguire Gesù, noi vogliamo accogliere Gesù.
(trascrizione da registrazione)
