Sentieri di riconciliazione e speranza
Nella sua lettera pastorale per l’anno 2024-2025, «Pellegrini di speranza. Servire la vita, servire la speranza», il vescovo Francesco suggerisce una direzione privilegiata verso cui si dovrebbero muovere la riflessione e l’azione pastorale per vivere pienamente lo spirito del Giubileo: il richiamo alla riconciliazione per essere pellegrini di speranza.
È una speranza che condivide con l’umanità un sogno e un cammino verso un mondo più giusto e fraterno, ma che oltrepassa anche i confini della storia, e che è più forte della morte.
Il presente Sussidio biblico-catechistico diocesano per l’anno 2024-2025, accoglie questa indicazione della lettera pastorale del vescovo di Bergamo e si muove perciò attorno a due nuclei tematici tra loro strettamente collegati: la riconciliazione e la speranza.
Questo Sussidio biblico-catechistico si snoda in dieci tappe.
La prima è dedicata alla riflessione e alla preghiera sull’icona biblica della Pentecoste, scelta dalla CEI nella convinzione che l’evento della Pentecoste, testimoniato negli Atti degli Apostoli, è il criterio ispiratore e unificante del cammino sinodale e dell’evento giubilare.
La seconda tappa si concentra sul testo di Es 34,1-9 con la rivelazione dei tredici nomi di Yhwh come il Dio della misericordia; è appunto la misericordia divina la fonte della riconciliazione, della possibilità di una vita nuova oltre l’esperienza del peccato.
La terza tappa è rivolta alla dimensione cristologica della riconciliazione e si concentra sulla fi-gura del Crocifisso con il quale entra in dialogo il ladrone penitente (Lc 23,33-43). Si delinea qui il percorso interiore del credente: bisogna che passi dal primo ladrone, rappresentazione della co-scienza conflittuale, divisa, ambigua del peccatore impenitente, per giungere alla coscienza del secondo ladrone, quello penitente, consapevole del bisogno di perdono e salvezza.
La quarta tappa prende in considerazione Gv 8,1-11 con il racconto dell’adultera perdonata da Gesù, dopo il suo provocante gesto di scrivere per terra. Per l’adultera il perdono cambia radical-mente la sua vita e genera in lei la speranza; così la comunità ecclesiale non fa difficoltà a ricono-scersi in lei, sia per la propria esperienza di peccato sia per l’incontro con la misericordia divina.
La quinta tappa si focalizza sul racconto marciano del paralitico guarito (Mc 2,1-12); in lui e nei barellieri che lo portano davanti a Gesù si scorge una figura della Chiesa, vista per un verso come una comunità che porta i peccatori e i sofferenti a Gesù, che guarisce e perdona, e per un altro verso come una realtà umana che si riconosce guarita e perdonata da Lui.
La sesta tappa si rivolge decisamente al tema della speranza, lasciandosi dapprima interpellare dall’Antico Testamento. Così, a modo di esempio, si leggerà e si approfondirà un testo profetico (qui Is 2,1-5) che illustra l’attesa del compimento di una promessa divina di pace e di giustizia, ri-guardante non solo Israele, ma l’intera umanità.
La settima tappa si pone in ascolto di Ez 36,22-28 con la promessa del dono di un cuore nuovo, e di uno spirito nuovo, come la mèta verso cui tende la speranza biblica, consapevole che, senza il dono di un profondo cambiamento interiore, tutti gli sforzi umani rivolti al bene sono destinati a rimanere vani.
L’ottava tappa prende in considerazione un aspetto essenziale della speranza cristiana: la vitto-ria sulla morte e l’attesa della risurrezione. La scelta tra i tanti testi neotestamentari si è posata sulla controversia con i sadducei circa la risurrezione dei morti (Mc 12,18-27), episodio in cui ap-pare la certezza di Gesù nella risurrezione dei morti come fondata nella fede in un Dio che dà la vita, che salva al di là della morte, perché è Fedele e Potente.
La nona tappa si concentra sul ricchissimo pensiero paolino sulla speranza e privilegia il testo di Rm 8,18-27. Emerge con chiarezza come a Paolo non basti l’idea di una redenzione limitata alla dimensione spirituale e interiore, ma piuttosto raggiunga anche la dimensione fisica, somatica dell’uomo e dell’intero creato, anch’esso chiamato a partecipare alla rivelazione escatologica della gloria dei figli di Dio.
Infine la decima tappa, in consonanza con lo spirito del Giubileo, si interroga sul significato del Giubileo biblico e lo fa rileggendo il testo fondativo di Lv 25,8-55, in cui si delinea il sogno origina-rio di Dio per il suo popolo. È un sogno di speranza e di una forte provocazione a perseguire un modello di convivenza umana plasmato dalla ricerca della giustizia, della pace e della salvaguar-dia del creato.
Ogni tappa segue una scansione ispirata al metodo della ‘lectio divina’: una preghiera inziale in cui si invoca il dono dello Spirito Santo; segue l’ascolto della parola biblica e una sua spiegazione rispettosa dei criteri esegetici e teologici; si offrono poi stimoli per la riflessione e l’attualizzazione sia personale sia di gruppo. Il tutto sfocia nella preghiera conclusiva che raccoglie le provocazioni emerse nella tappa del percorso biblico-catechistico.
In calce ad ogni tappa ci si potrà avvalere anche di un piccolo aiuto per restare nella ‘preghiera del pellegrino’ tramite l’incontro con i “Salmi delle salite/ascensioni” (Sal 120-134), che tracciano per l’orante un itinerario di preghiera e una ‘peregrinatio’ interiore che conduce alla maturità spirituale.
LE SCHEDE
- Pentecoste: un segno di speranza per un mondo da riconciliare
- Il Nome di Dio è misericordia
- Gesù, il nome in cui vi è salvezza
- Oltre la condanna: la pietra e la grazia
- Alzati e cammina!
- La via della speranza: verso il Regno, patria dell’uomo e di Dio
- Sospinti dallo Spirito sulla nuova via
- La speranza di Gesù: Dio, un amore che vince la morte
- Dal gemito alla speranza
- Non cedere alla rassegnazione