Dal 1° dicembre 2023 al 21 gennaio 2024 la mostra “Divine Creature”, progetto fotografico ideato e curato da Adamo Antonacci incentrato sul tema della disabilità affiancato a quello dell’arte pittorica sacra, approda a Bergamo, nel contesto dell’anno in cui la città è con Brescia Capitale Italiana della Cultura e in un tempo simbolicamente prezioso come quello del Natale.
Alle 15.30 presso la chiesa Parrocchiale di Santa Maria Immacolata delle Grazie, alla presenza di Suor Veronica Donatello (Responsabile Servizio Nazionale per la pastorale delle Persone con disabilità) e di Adamo Antonacci. è in programma il finissage a cui seguirà alle 17.00 la S. Messa.
L’evento sarà animato dai Gruppi Musicali “Accordi” dell’Associazione “In cordata” di Grumello del Monte. Un emozionante viaggio nella musica e la sua complessità, per sperimentare, sviluppare, creare, promuovere, integrare.
Sarà presente il servizio di intepretariato in LIS (Lingua dei Segni Italiana).
Le visite e i laboratori
La mostra rimane visitabile, con libero accesso e ingresso gratuito, tutti i giorni feriali e il sabato, dalle 8.15 alle 10.00, dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00; nei festivi dalle 7.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30 con visite sospese durante le funzioni.
Da lunedì al venerdì, nella fascia pomeridiana, alle 15.00 e alle 16.00 si prevede l’attivazione di visite guidate gestite da un operatore del progetto Le vie del Sacro affiancato, da un giovane rappresentante del mondo della disabilità.
Nella giornata di sabato, alle 16.00, attraverso la presenza di guide specifiche UICI, le viste guidate saranno prioritariamente dedicate a persone con deficit visivo e a coloro che volessero sperimentare una diversa modalità di visita attraverso un esperienza “al buio”.
È prevista la possibilità di prenotare specifiche visite integrate per gruppi di ragazzi dai 6 ai 10 anni, riuniti in scolaresche o oratori, con laboratorio a tema curato dal Dipartimento Didattico della Fondazione Adriano Bernareggi.
Ai gruppi con particolari esigenze legate al mondo della disabilità sarà dedicata una proposta realizzata in collaborazione con il Laboratorio Tante Mani.
Il Vescovo Francesco in occasione del Pellegrinaggio Pastorale nelle diverse Parrocchie della Diocesi ha raccolto le sollecitazioni delle Comunità circa l’attenzione da riservare alla cura pastorale delle persone con disabilità.
All’interno del Vicariato per i laici e per la pastorale, nella Terra Esistenziale Prossimità e Cura, è stato istituito il nuovo Ufficio per la Pastorale delle Persone con Disabilità che, nella sua azione rivolge lo sguardo alla persona nella sua interezza e assume la disabilità come condizione esistenziale da sostenere, nell’ottica del Progetto di vita. L’Ufficio proseguirà nel lavoro già avviato dall’Ufficio Catechistico con la Sezione Catechesi e Disabilità, affinché venga riconosciuta la dignità di ogni persona con disabilità, per contrastare la “cultura dello scarto” denunciata da Papa Francesco.
Fondamentale sarà la connessione con le diverse realtà ecclesiali della Diocesi e con il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilità della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), impegnato nella proposta di un’azione pastorale integrata e inclusiva, attenta alla persona in tutte le sue dimensioni, corporea, psicologica, sociale e spirituale.
È proprio muovendo da queste considerazioni che viene proposta all’attenzione di tutti la Mostra “Divine creature” che vuole essere un’occasione per coniugare la bellezza di importanti opere della pittura con la creatività delle persone con disabilità. Il risultato appare davvero interessante, al punto di suscitare la nostra meraviglia nella constatazione che creatività e bellezza sono patrimonio di tutti, a prescindere dai limiti di ciascuno.
L’idea
“Divine Creature” è un progetto fotografico ideato e curato da Adamo Antonacci – regista, sceneggiatore e autore – incentrato sul tema della disabilità, affiancato a quello dell’arte pittorica sacra.
Questi quadri viventi sono stati immortalati con sapiente maestria dall’obiettivo del fotografo e postproduttore Leonardo Baldini, professionista da sempre impegnato nel mondo della disabilità, il quale ha messo in posa persone con disabilità insieme ad alcuni familiari.
Il video che accompagna la mostra e racconta il complesso lavoro di backstage, è stato realizzato da Alessandro Salaorni.
L’idea di Adamo Antonacci era quella di creare una mostra che presentasse dieci opere di grandissimo formato a tema religioso che ripercorressero i momenti più importanti della vita di Gesù. Per fare questo ha attinto al ricchissimo patrimonio iconografico dell’arte sacra e pertanto ha “messo in scena” i grandi quadri della tradizione religiosa, utilizzando “attori” con disabilità, veicolando un fortissimo messaggio.
Il percorso di ri-creazione di famosi quadri sacri comprende così le tappe fondamentali della vita del Cristo, dall’Annunciazione fino alla Resurrezione, così da rappresentare un vero e proprio
excursus religioso e filosofico, capace di offrire, a chi guarda, una gamma di emozioni e di impressioni variegata e completa.
Per ricreare le complesse scene delle opere di riferimento, è stato realizzato un vero e proprio set di ripresa degno delle migliori produzioni cinematografiche, coinvolgendo 45 persone, tra staff tecnico, ragazze e ragazzi con disabilità e i loro familiari. La cura delle immagini ha richiesto molte ore di lavoro e tecniche particolari, ma la decisione è stata quella di non ritoccare gli interpreti con disabilità a cui è stato chiesto di interpretare la scena e non semplicemente di ripetere i movimenti e le espressioni dei soggetti dei quadri.
In questo progetto, le persone con disabilità diventano protagoniste dell’opera d’arte: mostrare invece che nascondere.
I soggetti delle fotografie si allontanano dalla nostra idea di normalità, mettendoci di fronte alla bellezza dell’unicità; la bellezza è ovunque, anche in chi percepiamo come diverso dal canone.
I dieci dipinti rivisitati sono: l’Annunciata di Palermo di Antonello da Messina (1476), Annunciazione del Caravaggio (1609), Adorazione del Bambino di Gherardo delle Notti (1620), Angiolino musicante del Rosso Fiorentino (1521), Il bacio di Giuda di Giuseppe Montanari (1918), Ecce Homo di Lodovico Cardi detto il Cigoli (1607), Cristo e il Cireneo di Tiziano (1560 circa), Lamento sul Cristo morto di Mantegna (1475-80), Trasporto di Cristo al sepolcro di Antonio Ciseri (1870) e Cena in Emmaus del Caravaggio (1606).
Il fine è quello di sensibilizzare al tema della disabilità sia nel contesto pastorale diocesano che nella società civile con un allestimento situato presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Immacolata delle Grazie, in quello che è forse il ganglio principale del traffico e del commercio cittadino.
La collocazione
La mostra viene allestita, a cura della Fondazione Adriano Bernareggi, all’interno della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Immacolata delle Grazie entrando in dialogo con lo spazio e l’architettura liturgica, ma anche con il patrimonio artistico ivi conservato.
La Chiesa è anche il luogo in cui, con cadenza mensile, viene celebrata una Santa Messa accompagnata dalla Lingua dei Segni Italiana (LIS) per le persone non udenti.
La collocazione ad altezza di sguardo delle 10 opere, dotate di apposita illuminazione e strutture autoportanti favorisce la percezione delle tre tematiche attorno a cui, anche nell’allestimento, si radunano le dieci opere.
Nella cappella laterale destra, in aperto dialogo con l’aula assembleare, rispettando lo spazio celebrativo della cappella maggiore, trovano spazio 4 immagini che interrogano sul mistero dell’incarnazione: dall’Annunciazione al Natale alla festa degli angeli in cielo. Focale tra queste è l’immagine del Natale nella poetica invenzione luministica di Gherardo delle Notti.
Nella cappella sinistra, in prossimità del venerato affresco miracoloso di Cristo che porta la croce, noto come del Santo Jesus 4 opere richiamano alla contemplazione della Passione, morte e deposizione del Signore. La selezione di queste immagini converge verso il Lamento sul Cristo morto di Andrea Mantegna che, nell’allestimento, diviene epilogo di una vita terrena esordita nella Natività.
Un terzo nucleo di due sole opere si colloca in prossimità della porta principale della chiesa dove, in corrispondenza dei confessionali, molti si accostano al sacramento della Riconciliazione in vista del Natale. Qui il Bacio di Giuda e la Cena in Emmaus divengono luogo di riflessione circa la necessità di riconoscere il volto di Cristo nel dono del perdono per le proprie colpe. Questa particolare disposizione, accompagnata dal commento appositamente predisposto, diviene fonte di riflessione spirituale oltre che contemplazione di bellezza, esercizio per gli occhi e per l’anima.
Autenticamente inclusiva, pastoralmente generativa
La mostra diviene esercizio di inclusività anche in relazione all’apparato esplicativo.
Per la realizzazione del progetto, in un’ottica di programmazione partecipata, è stato attivato un percorso condiviso tra Ufficio per la Pastorale delle persone con disabilità la Fondazione Angelo Custode, la Fondazione Bernareggi, la Parrocchia di Santa Maria Immacolata delle Grazie, l’Associazione Amici di Pensare Cristiano.
L’esperienza vede, quali partner di progetto, il Coordinamento Bergamasco per l’Inclusione (CBI), il Centro Volontari della Sofferenza (CVS), l’Ente Nazionale Sordi (ENS), l’Istituto Beato Palazzolo, l’Istituto delle Figlie di Santa Maria della provvidenza – Casa Beato Luigi Guanella, il Laboratorio Tante Mani, l’Unione Italiana Ciechi Ipovedenti (UICI), Come si evince dal frontespizio del presente documento l’esperienza vede il patrocinio del Comune di Bergamo e del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana.
La realizzazione dell’evento è stata inoltre possibile anche grazie al contributo della Fondazione Diakonia, della Fondazione Credito Bergamasco, della ditta Gruberg, la ditta Fra.mar, e dell’”Osteria degli Assonica”.
Per rendere fruibile la mostra anche a coloro che presentano disabilità sensoriali, significativa la collaborazione con le sedi locali dell’UICI e con l’ENS.
Tutti i materiali descrittivi saranno infatti accompagnati da tradizioni in alfabeto braille, in inglese e il trailer della mostra, appositamente montato con materiali delle mostre precedenti, introdurrà alla visita anche con la Lingua dei Segni Italiana (LIS).
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Angelo Custode, l’Istituto Beato Palazzolo, il Comune di Bergamo, la Casa Beato Luigi Palazzolo, il Centro Volontari della Sofferenza il Laboratorio Tante Mani, l’UICI si è ritenuto importante, nella fase di accoglienza delle viste guidate e dei laboratori, affiancare agli operatori delle Vie del Sacro della Fondazione Bernareggi, persone con disabilità.
Le riproduzioni fotografiche saranno accompagnate, oltre che dalle note dell’autore, da brevi commenti pastorali a cura di sacerdoti della Diocesi.
La scelta di veicolare così tante voci vuole, da una parte, dimostrare il multiforme impegno e la multiforme sensibilità della Chiesa per questa tematica e, dall’altra, stimolare le Comunità a conoscere un’esperienza così trasversale da trovare interesse in aree di azione pastorali tanto differenti.