S. Natale – Messa di mezzanotte – Cattedrale

25-12-2017
Care sorelle e fratelli riuniti in questa notte in cui annunciamo la nascita di Gesù, il nostro Salvatore. Abbiamo udito di una luce che si è accesa nella notte del mondo. Non sono poche le luci che si accendono, ma non diminuisce tuttavia il desiderio di luce. 
 
Vi è la luce della ragione, la luce della scienza, la luce della fede, ma sembra che noi abbiamo bisogno della Luce di Dio. Questo neonato di nome Gesù, un nuovo nato, un nato nuovo, è la luce di Dio. Con lui un nato nuovo inizia una storia nuova.
 
È tradizione in questo tempo, accentuata dai frangenti non facili che abbiamo attraversato in questi anni, narrare delle buone storie. Sono storie di buone pratiche di lavoro capaci di illuminare un mondo che sembra aver perso la sua solidità. Sono storie di buone opere, a volte commuoventi. Qualche volta queste storie vere e anche narrate sono addirittura delle buone notizie che ci sembrano così rare e quindi particolarmente attese e gradite.
 
Queste buone storie che nelle settimane del Natale vengono condivise, sono come la luce delle stelle. Le stelle sono fascinose, ma impotenti. Le stelle illuminano un cielo che rimane inesorabilmente buio. Le stelle sono luci, le buone storie – di cui anche noi forse in questo momento siamo protagonisti – sono come le stelle, ma le stelle non bastano a illuminare la notte. Sono un segno di speranza, ma rivelano anche una loro insufficienza di fronte al buio della notte.
 
Le stelle evocano quella diffusa frammentazione che stiamo vivendo. Frammenti: frammenti di esperienze, frammenti di vita, frammenti di speranza. Noi stessi a volte sembriamo dei frammenti e facciamo fatica a trovare una composizione.
 
Le stelle qualche volta hanno a che fare con dei particolarismi ostentati ed esclusivi. Particolarismi che ergono barriere, che creano divisioni, qualche volta discriminazioni. Le stelle a volte sembra che rappresentino una specie di idolatria della forza, quasi che la forza possa illuminare le nostre notti. Una forza che spesso si accompagna alla sfiducia nei confronti degli esseri umani.
 
Care sorelle e cari fratelli, siamo tutti consapevoli che né le stelle delle buone storie e tanto meno queste stelle che appaiono nel nostro firmamento sono capaci di illuminare la notte.
 
La storia nuova è l’inizio di un percorso luminoso tracciato dall’amore di Dio, dall’amore del Figlio di Dio che diventa uomo che è capace di stabilire una relazione tra le stelle che raccontano delle buone opere degli uomini, allora sì il cielo comincia a illuminarsi.
 
In queste notte – le più lunghe dell’anno – abbiamo avuto il dono di poter contemplare le stelle anche nella nostra città che tanto illuminata qualche volta ci impedisce di vederle. Il vero miracolo di queste notti è l’alba, quando di vede la luce del sole che sorge e nello stesso tempo ancora le stelle che brillano. Care sorelle e fratelli, questo è esattamente il momento del Natale.
 
È il momento in cui le stelle sembra veramente che siano unite tra di loro da un ulteriore luce. Care sorelle e fratelli, nella misura in cui noi ci lasciamo abbracciare dalla luce di Dio nella persona di Gesù che nasce, allora anche le nostre stelle – che singolarmente non possono illuminare una notte – sembra che diventino parte di quella luce che rappresenta l’alba di un nuovo giorno.
 
Non siamo né ingenui, né illusi. Non facciamo del Natale un appuntamento il cui significato si svuota nel momento in cui tramonterà il giorno. Noi siamo persone consapevoli che la nostra vita può essere una stella, ma che questa stella diventerà significativa per illuminare il mondo di tutti gli uomini nella misura in cui viene abbracciata da una luce più grande.
 
Guardiamo il presepe. Si vede che tutti si muovono in direzione di quel bimbo che è nato. Nella misura in cui anche noi, come stanotte, ci siamo mossi in direzione dello stesso bimbo che nasce, ci sentiamo uniti, non solo perché vicini in questa Cattedrale, ma perché in fondo avvertiamo quella condivisione profonda che Gesù è capace di accendere nei nostri cuori e che dà vita ad un nuovo giorno.
 
Vogliamo contemplare così non solo la bellezza delle stelle che ci affascina, ma quella di una luce che è capace di abbracciare tutte le stelle e farle diventare il principio di un nuovo giorno, di una speranza che inesorabilmente e indefettibilmente i cristiani coltivano e vogliono offrire a tutti gli uomini.
(trascrizione da registrazione)