Consegna del Crocifisso ai Missionari – Cattedrale

21-10-2016
Care sorelle e cari fratelli, cari giovani,
carissimi che siete in partenza per la missione,
il desiderio di Gesù è che tutti e ciascuno siano raggiunti dalla sorpresa del Vangelo, che consiste in questo: il dono è il segreto della vita.
 
Uno scrittore contemporaneo dice: “Il Dio della mia religione ha offerto la vita del suo figlio senza contropartita, a sua somiglianza noi diamo la nostra perché questa è la tariffa. Si può soccorrere il prossimo solo a mezzo di un’altra vita e non è dato sapere se essa è sufficiente”. 
 
Che tutti e ciascuno siano raggiunti dalla sorpresa del Vangelo! 
 
Ciascuno: perché l’incontro con Gesù è un incontro personale, è un incontro da cuore a cuore. Soltanto il cuore è capace di raggiungere un altro cuore. L’incontro con Gesù tocca il cuore, il centro e la profondità della nostra esistenza. La sorpresa del Vangelo non consiste solo e prima di tutto nell’aiutare il prossimo, ma nel metterci il cuore.
 
Un altro scrittore diceva: “L’esistenza è degna di essere vissuta e può essere anche bella e felice solo quando è posta al servizio di qualcosa che la supera e le imprime senso e valore”. Solo chi è pronto a perdere la propria vita può amarla e goderla liberamente in ogni istante perché la preserva dall’ansia, dalla meschinità, dalla paura, dal niente.
 
La sorpresa del Vangelo non è solo per ciascuno, ma è per tutti. Una sorpresa senza confini, oltre i confini. La missione oltre i confini geografici – di cui voi vi rendete protagonisti – diventa come una parabola, un’icona si direbbe oggi, una narrazione necessaria del dono e della sorpresa del Vangelo che supera ogni confine nazionale, etnico, culturale, linguistico, religioso, esistenziale.
 
È una sorpresa per tutti, senza escludere nessuno. Quindi è una sorpresa che raggiunge prima di tutto proprio gli esclusi, gli umiliati, gli scartati, i piccoli, i deboli, gli invisibili.
 
La sorpresa del Vangelo è per ciascuno nella sua unicità e per tutti senza confini a cominciare da coloro che stanno sui confini. 
 
Come il cuore, anche la missione si allarga e si raccoglie. 
 
Si allarga perché voi e tutti noi siamo chiamati a testimoniare il Vangelo, a ciascuno e a tutti, senza confini. 
 
Si raccoglie anche, perché voi per primi sperimenterete che la missione non soltanto consiste nel testimoniare Gesù, ma nel riconoscere che Gesù è già lì dove noi andiamo a testimoniarlo e quindi possiamo raccogliere la sua presenza.
 
Proprio come il cuore che si allarga (la testimonianza) e si raccoglie (il riconoscimento di Gesù particolarmente proprio in coloro che stanno ai confini o addirittura oltre i confini).
 
Cari giovani che siete qui presenti così numerosi, molti dei quali hanno vissuto l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù, non avrete dimenticato che l’incontro con il Santo Padre a Cracovia e con tanti giovani di tutto il mondo è avvenuto sotto il segno del pellegrinaggio della misericordia.
 
Tutti noi abbiamo voluto farci pellegrini di misericordia e io sono certo che non avete dimenticato quell’esperienza e anche lo stile di quel pellegrinaggio: il pellegrinaggio della misericordia. 
 
Ora, nella Giornata Missionaria Mondiale, noi inviamo dei giovani missionari della misericordia. Loro sono felici di essere accolti da voi che date testimonianza di un pellegrinaggio della misericordia che non si è concluso e mi auguro che voi siate altrettanto felici di vedere che la misericordia, cioè la sorpresa del Vangelo, attraverso questi giovani raggiunge ciascuno e tutti, fino ai confini del mondo.
(trascrizione da registrazione)