Tutela minori e adulti vulnerabili – Il vocabolario della prevenzione/5: Vulnerabilità

Vulnerabilità

Significato

La vulnerabilità è una caratteristica fondamentale dell’umano, è un modo di dire umanità. Etimologicamente, vulnerabile deriva dal latino vulnerabilis, dal verbo vulnerare: ferire. Vulnerabile significa esposto, scoperto, senza difese, sensibile, può essere ferito.

Quando si parla di vulnerabilità rispetto agli abusi, ci si riferisce più ordinariamente ai minori e agli adulti vulnerabili, persone con carenze fisiche, cognitive e psicologiche. Considerata la vulnerabilità all’interno di questo orizzonte possiamo affermare che alcune persone sono oggettivamente più esposte in senso permanente ad ogni abuso. Il magistero della Chiesa però ci invita a tenere presente e sensibilizzarci anche altre due tipologie: chi vive in realtà comunitarie/sociali di privazione di libertà sia nel contesto civile che religioso, ma anche coloro che attraversano passaggi e tempi di vulnerabilità transitoria legati alle vicissitudini della vita: lutti, separazioni, malattie, perdita del lavoro, difficoltà di portare avanti con dignità la propria vocazione. Un altro importante dato di riflessione che emerge dall’attenta osservazione di ogni situazione di abuso – di coscienza, spirituale, economico, sessuale – è che la vulnerabilità è un rischio potenziale insito in ogni relazione educativa e pastorale, nel momento in cui chi ne dovrebbe essere responsabile perde la finalità e lo stile del servizio educativo e pastorale e, più complessivamente, del significato vero dell’essere autorità.

La vulnerabilità è anche intrinsecamente correlata con l’alleanza di fiducia: si diventa maggiormente vulnerabili proprio nel momento in cui ci si apre e ci si affida all’interno di una relazione fiduciale, così prezioso in ogni relazione educativa e pastorale. Inoltre, se ci soffermiamo a riflettere sull’esperienza che facciamo nell’accompagnamento spirituale, nella formazione vocazionale e all’interno delle comunità, dei movimenti religiosi e delle associazioni, dobbiamo riconoscere che proprio chi vive con sensibilità, sincerità e generosità più profonde potrebbe diventare più vulnerabile. È importante quindi considerare con attenzione che la condizione di vulnerabilità non dipende solo dall’età, dall’eventuale disabilità della persona, ma anche dalla situazione esistenziale personale e, non dimentichiamolo, dalla differenza di potere, di ruolo e di autorità nella relazione. Chi parla di vulnerabilità esclusivamente dei minori tace e nasconde una parte rilevante della realtà degli abusi di autorità, coscienza, spirituali e sessuali.

La cultura della vulnerabilità è un contenuto da coltivare nella formazione di leader e responsabili, in campo educativo, pastorale e spirituale. Anche nella formazione dei presbiteri e delle autorità ecclesiastiche è decisiva la cultura della vulnerabilità per imparare a integrare prima di tutto le proprie parti vulnerabili e poi per vivere relazioni rispettose ed empatiche. Nel dramma degli abusi emerge un triplice grave disconoscimento della vulnerabilità: dell’altro, di sé stessi e del Dio di Gesù Cristo. Occorre proprio una profonda conversione non solo culturale, ma anche spirituale!

Domande

  • Quali persone e quali categorie di persone nelle nostre comunità e gruppi sono più a rischio per la loro vulnerabilità? Per quali morivi? È importante creare una percezione e un’empatia condivisa rispetto a normali, per quanto sbagliati, pregiudizi.
  • In quali modi si tenta di esorcizzare la vulnerabilità in sé stessi? Spesso si esorcizza la vulnerabilità negando parti essenziali di sé stessi e proiettando sugli altri il proprio disagio, attraverso la volgarità di fronte a persone più fragili ed esposte che non possono difendersi, mostrandosi arroganti e facendo i bulli con chi è più debole e ha meno potere – ad esempio nelle forme di machismo e disprezzo verso le ragazze e le donne -, mettendo in ridicolo e svalutando chiunque provi paura, vergogna o senso del pudore rispetto a pratiche che mettano a rischio la propria intimità.
  • Quali altri atteggiamenti e linguaggi esorcizzano la vulnerabilità?
  • Quali scelte possiamo attuare per custodire la vulnerabilità negli ambienti, nelle proposte educative e nelle relazioni con minori e non solo? Si pensi ad esempio agli spazi che abitiamo, alle presenze adulte, allo stile delle relazioni educative nei campi estivi o altre esperienze residenziali.

Strumenti

  • Katharina A. Fuchs – Anna Deodato, Vulnerabilità: aspetti personali e sistemici, «Tredimensioni», n. 21 (2024), pp. 255-269
  • Maria Rosaura Gonzalez Casas, «L’appropriazione della vulnerabilità come cammino per la leadership nella Chiesa», pp. 54-70, in M.R. Gonzalez Casas – Parolari Enrico, Curare la Leadership (a cura di), Ancora, Milano, 2022.
  • J.F Keen, «Integrare la vulnerabilità per combattere gli abusi», «Aggiornamenti Sociali», agosto-settembre 2019.