Proposta di lavoro per il 5 ottobre 2007

PROPOSTA DI LAVORO
5 OTTOBRE 2007

La Segreteria del CPD dopo avere sintetizzato il lavoro svolto nelle precedenti riunioni del Consiglio, propone al Consiglio stesso di esprimere il suo parere circa la seguente proposta di lavoro per le riunioni dell’anno pastorale 2007-2008.
1. E’ parso a tutti che l’approccio dato da Mons. Lino Casati al tema dell’impegno dei cristiani in politica vada condiviso; nessuno infatti, anche in sede di discussione nel Consiglio stesso, ha posto obiezioni di rilievo. Si pensa allora che l’istanza profetica di attenzione al territorio sia da prendere come linea guida delle indicazioni che il Consiglio produrrà sul tema in questione, per poter offrire, in un contesto pluralista e secolarizzato, un serio e fruttuoso discernimento storico culturale di mediazione sulle decisioni politiche
2. Scopo: linee pastorali operative in linea con l’evoluzione delle riflessioni del Sinodo.
L’approccio indicato (istanza profetica) deve coniugarsi con lo scopo del lavoro del Consiglio: esso consiste nel presentare al Vescovo e alla Diocesi alcune linee pastorali operative sul tema dell’impegno dei cristiani in politica. Più in particolare si vorrebbe, in linea con l’evoluzione delle riflessioni del Sinodo, individuare alcune linee pastorali per le parrocchie perché aiutino i cristiani in questo impegno e perché attuino decisioni istituzionali coerenti nello svolgimento delle attività all’interno della società contemporanea. Sembra utile inoltre fornire alcune indicazioni sulla formazione dei cristiani alla politica e sull’attenzione specifica che la Chiesa deve dare a questa attività umana. In questo caso la prospettiva non si presenta immediatamente come parrocchiale, ma come diocesana.
3. Due piste: la vita testimoniale cristiana e le relazioni delle istituzioni ecclesiastiche
Il primo elemento da sottoporre al giudizio dell’assemblea consiliare è la distinzione tra l’approccio che deve animare le persone e la testimonianza storica della vita, da una parte, e l’approccio che guida le istituzioni e gli enti ecclesiastici, dall’altra. Con questa distinzione si intende affermare che deve essere messo esplicitamente a tema il delicato rapporto che si instaura tra la vita testimoniale dei cristiani e della comunità e le relazioni interistituzionali degli enti ecclesiastici con la società e le altre istituzioni civili. Ciò fornisce lo schema trasversale per ogni ulteriore riflessione e decisione pastorale secondo livelli che partono da prospettive diverse e conducono a decisioni che coinvolgono piani diversi.
Si propone quindi al Consiglio Pastorale di operare la scelta, di metodo e di campo, di concentrarsi prevalentemente sugli aspetti legati alle dimensioni istituzionali della vita cristiana e parrocchiale in specie, fornendo così al Vescovo alcune linee pastorali per le parrocchie, perché esse sviluppino comportamenti pastoralmente corretti in questo campo.
In particolare sembrano essere due le problematiche da sviluppare nella riflessione futura. La prima si riferisce ai comportamenti che la parrocchia deve tenere e favorire nello svolgimento della sua vita istituzionale e delle sue attività. La seconda riguarda invece le attività e le proposte educative e pastorali volte a far crescere nei fedeli la cura per questa dimensione della testimonianza cristiana.
4. I temi che il Consiglio viene sollecitato a prendere in considerazione vanno riferiti all’atteggiamento critico fondamentale del discernimento comunitario, le cui caratteristiche andranno precisate in seguito.
Per esemplificare, il Consiglio dovrebbe proporre alle parrocchie linee per l’elaborazione e la gestione di un coerente discernimento comunitario che:
a. permetta una più convinta presa di coscienza ecclesiale,
b. favorisca l’attuazione di azioni testimoniali in campo sociale e politico,
c. favorisca l’attivazione di strutture pastorali adeguate alle esigenze di questo campo,
d. porti alla definizione del metodo di lavoro,
e. favorisca la ricerca di uno stile dialogico e la creazione del consenso, in atteggiamento di trasparenza,
f. educhi al rispetto della dignità e della necessità della politica, nonché al rispetto delle regole che caratterizzano la vita in una comunità di diritto…
5. I ‘luoghi inevitabili’ dell’impegno della parrocchia in politica
Una volta individuato lo strumento pastorale operativo, occorre definire alcuni temi e alcuni atteggiamenti operativi che il Consiglio Pastorale ritiene prioritari.
Per quanto riguarda i temi, alla luce del documento dei Vescovi lombardi citato nelle precedenti riunioni, si propone di impegnarsi nella definizione e nella descrizione dei ‘luoghi inevitabili’ dell’impegno della parrocchia in politica. Con questa espressione si intendono individuare tematiche e situazioni che la parrocchia non può non prendere in considerazione nella sua elaborazione pastorale, perché fortemente significative dell’urgenza missionaria e caritativa della fede.
A titolo di esemplificazione, si propongono qui alcuni luoghi in cui ‘dare volto’ all’impegno politico in parrocchia, impegno ispirato alla ecclesialità e alla missionarietà: la scelta preferenziale per i poveri; l’attivazione di ‘servizi-segno’; la cura per l’educazione e la scuola; la prospettiva di etica ambientale; la cura della testimonianza della famiglia; la ricerca degli atteggiamenti di trasparenza, servizio, gratuità; la dialettica relativa alla valenza pubblica dell’attività di culto e religione; la proposta programmatica di percorsi di formazione in questi campi…
La scelta di questi o di altri temi e dei criteri della loro individuazione è appunto oggetto della linea pastorale su cui il Consiglio Pastorale deve riflettere e decidere.
6. Le strutture e la modalità che permettono alle parrocchie di svolgere questo compito
Oltre ai temi, occorre fornire indicazioni pastorali anche sulle strutture e sulle modalità metodologiche che permettano alle parrocchie di svolgere i compiti sopra indicati.
Sono due le dimensioni che la parrocchia dovrebbe favorire o comunque prendere in considerazione:
a. la prima si riferisce alle indicazioni metodologiche e pedagogiche per formare persone e strutture alla testimonianza della carità nel campo sociale e politico;
b. la seconda si riferisce al realizzare, secondo discernimento comunitario e in stile di corresponsabilità pastorale, strutture e attività parrocchiali capaci di creare un consenso che strutturi, secondo criteri evangelici, la vita della comunità.
7. Il contributo della Parrocchia alla formazione alla politica
Da questa proposta resta esclusa ogni riflessione sulla formazione specifica alla politica e sulla definizione del luogo ‘politico’ propriamente detto.
Sembra che il soggetto più indicato a fornire il supporto formativo non sia la parrocchia, ma la Diocesi. Ciononostante è necessario pensare quali contributi e quali atteggiamenti deve poter fornire la Parrocchia per il conseguimento di tale impegno formativo.
Il Consiglio Pastorale Diocesano dovrebbe allora decidere se e come affrontare anche questo argomento in costante collegamento con le future costituzioni sinodali.