Scudo sannitico incappato: nel 1° d’argento, alla croce di Lorena d’oro, sormontata da una stella dello stesso; nel 2° d’azzurro, a due gigli d’oro nei cantoni del capo.
Il cappello da pellegrino verde con sei fiocchi pendenti a destra e sei a sinistra del medesimo colore – così come la croce astile semplice, accollata allo scudo – designano la dignità episcopale. L’argento simboleggia varie realtà: l’amicizia, l’equità, la giustizia, l’innocenza e la purezza. Il triangolo argenteo indica la perfezione della divinità, richiamando il mistero della Santissima Trinità.
La croce a doppia traversa d’oro, nel triangolo, è un chiaro riferimento alla Cattedrale di Brescia e al tesoro delle Sante Croci, che vi è conservato.
La stella a cinque punte d’oro è simbolo tipicamente mariano. L’azzurro, come colore del cielo, simboleggia ogni aspirazione all’alto, compresa la tensione alla gloria incorruttibile. Ed anche le virtù soprannaturali, come pure i doni che vengono dall’alto. I gigli, aggiunti allo stemma a seguito della nomina a Vescovo di Bergamo, identificano il patrono della diocesi bergomense, Sant’Alessandro, dal cui sangue nacquero quei fiori a simboleggiare la purezza della fede del martire, primo cristiano giunto a Bergamo.
Le parole evangeliche sul cartiglio “Secundum verbum tuum” (Lc 1,38), con cui la Beata Vergine Maria accoglie l’Incarnazione, richiamano all’Annunciazione, solennità nella quale Monsignor Beschi fu elevato al grado dell’episcopato, nel 2003.