Secondo gli “Atti del Martirio” la legione tebea, comandata da San Maurizio, di stanza in Oriente, nel 301 fu inviata in Occidente per combattere i Quadi ed i Marcomanni. Mentre attraversava il Vallese, nell’attuale Svizzera, fu emanato l’ordine di persecuzione contro i cristiani, che vennero puniti prima con la decimazione e poi con lo sterminio, presso Aguanum, odierna S. Maurice.
Alessandro, vessillifero della legione, con altri, fuggì in Italia.
A Milano fu riconosciuto e incarcerato, ma riuscì a uscire dalla prigione e riparò a Como con l’aiuto di San Fedele. Venne scoperto, ricondotto a Milano e condannato alla decapitazione. Durante l’esecuzione, raccontano gli “Atti del Martirio”, al boia si irrigidirono le braccia. Fu rimesso in carcere a morire di stenti. Ma Alessandro fuggì un’altra e riparò a Bergamo dove fu riscoperto e decapitato in una piazza, dove sorgeva una colonna, il 26 Agosto del 303. Così gli Atti del Martirio. La tradizione ritiene però che l’anno più probabile del martirio sia il 298.
Il nome, dal greco, significa protettore di uomini. E’ raffigurato vestito da soldato romano, a volte a cavallo, con il vessillo che reca un giglio bianco, simbolo della legione tebea, formata da soldati egizi della Tebaide.
Ad Alessandro, sicuramente almeno dal 774, era dedicata l’antica basilica fuori le mura, all’inizio di Borgo Canale, andata distrutta nel 1561, quando i veneziani costruirono le mura attorno alla città.
Ad Alessandro venne dedicata, sul finire del VI secolo, una basilica a Fara di Gera d’Adda, costruita dal re longobardo Autari e donata al vescovo di Bergamo Giovanni (660- 668) dal re longobardo Grimoaldo al momento della conversione sua e del suo popolo dall’arianesimo al cattolicesimo.
Le “passiones” o racconti del martirio di Alessandro sono tardivi perché risalgono, nella loro versione più antica, al X secolo. Tuttavia la devozione e il culto di Alessandro come patrono di Bergamo sono rimasti costanti fino ad oggi. Resta ancora da spiegare il fatto che la prima cattedrale cittadina sia stata intitolata non ad Alessandro, ma al diacono martire spagnolo Vincenzo.
Sono da ritenersi utili anche ulteriori approfondimenti circa i rapporti tra sant’Alessandro protettore di Bergamo e Alessandro, martire in Val di Non con Martirio e Sisinio, al tempo del vescovo di Trento Vigilio, a cui è dedicata la chiesa sul colle occidentale di Bergamo. Le reliquie dei tre martiri della Val di Non, attraverso il nostro territorio, giunsero a Milano nella chiesa dedicata a San Simpliciano, successore del vescovo Ambrogio.