Egregio direttore,
ho appena parlato al telefono con il vescovo Francesco che ho trovato immerso nel dolore e insieme determinato a recare conforto ai familiari dei sofferenti e alle persone in prima linea per contrastare il contagio.
Qui a Rieti, non lontani da Amatrice ed Accumoli, non possiamo dimenticare le innumerevoli attenzioni, gli aiuti concreti, la vicinanza empatica di molti bergamaschi, nell’immediato post-terremoto. In particolare, abbiamo conosciuto la ‘Casa gialla’, ovvero la scuola Caterina Cittadini di Ponte San Pietro che ci ha sostenuti e di cui abbiamo incontrato insegnanti, alunni e genitori.
Un’amicizia partita nel maggio 2017, attraverso la presentazione del libro “Gocce di Memoria”, la raccolta di tracce biografiche delle vittime del sisma voluta dalla Chiesa di Rieti.
I bambini della scuola elementare si sono avvicinati alla tragedia che ha colpito le popolazioni del centro Italia, attraverso un percorso formativo preciso e ben coordinato da suor Fiorangela Loi, direttrice dell’istituto: «I bambini si sono avvicinati alle persone con una storia dolorosa alle spalle, hanno imparato a conoscerli attraverso il libro, li sentono come persone vicine». Quel giorno, alla “Casa gialla”, gli alunni rimasero particolarmente toccati dai filmati e dai racconti di quanto accaduto in centro Italia nel 2016: commossi e provati al punto di voler proseguire la conoscenza delle persone coinvolte e contribuire attivamente alla ricostruzione, partendo dalla vendita delle loro opere pittoriche.
Da allora, il “ponte” tra Bergamo e Rieti non si è mai interrotto, ed è proseguito in una sorta di gemellaggio tra famiglie della scuola e comunità di Amatrice, dove una delegazione di insegnanti e genitori è giunta per portare in maniera diretta aiuti e solidarietà. Fu una giornata settembrina di abbracci e sorrisi: la Santa Messa insieme nel Centro polifunzionale Sant’Agostino, struttura prefabbricata messa al servizio della popolazione, poi una rispettosa visita tra le casette di emergenza, per portare doni e vicinanza. «Non è solo una donazione di denaro – spiegò in quell’occasione un genitore – ma è molto di più.
Oltre all’aspetto economico, la cosa più importante per queste persone è la relazione umana, sentire la vicinanza di altre persone e di altri destini». Un pranzo tutti insieme, assaporando le specialità amatriciane, prima di rivedersi ancora, nel bergamasco, in occasione della festa per il 136° anniversario della fondazione della scuola. Anche durante quell’incontro, la parola più pronunciata fu “amicizia”, da associare alla perseveranza. Una celebrazione insieme, e poi la grande festa di bambini mobilitati per altri bambini, attraverso un filo di attenzione e vicinanza tenuto ben saldo dall’impegno e dalla generosità delle mamme e dei papà.
Smessi i panni dei pittori, i piccoli si sono improvvisati anche attori e cantanti, per un grande concerto di solidarietà a favore di Amatrice. Un lavoro costante sfociato molto spesso in un impegno serale dei genitori e degli insegnanti, ma che ha portato frutti dolci e succosi che abbiamo ben saldi nella nostra memoria. Il ponte di vicinanza tra Bergamo e Rieti non si spezza, soprattutto oggi, che cambiano i punti di vista, e occorre stringersi, pur virtualmente, in un caldo abbraccio.
Da ultimo, ma non per ultimo, un pensiero alla Caritas bergamasca nella persona di don Roberto Trussardi che sta ancora in questo momento sostenendo alcuni interventi all’interno del cratere del sisma.
Vi siamo vicini nel comune dolore e nella stessa supplica perché questi giorni passino presto.
Domenico Pompili
vescovo di Rieti