La Parola e l’Ecumenismo: l’eredità di Salvatore Ricciardi

La scomparsa del Pastore valdese Salvatore Ricciardi, ci obbliga ad una memoria grata per il suo impegno ecumenico del quale è stato un interprete e un pioniere instancabile.

Salvatore Ricciardi è stato, prima di tutto, un innamorato della Parola di Dio. Un amore profondo e sincero che ha guidato ogni sua scelta, ogni suo sermone, ogni suo gesto. Questa dedizione, unita a una formazione teologica di alto profilo, lo ha reso una figura di riferimento nel cammino ecumenico non solo in terra orobica, ma nel più vasto panorama ecumenico italiano.  La sua capacità di unire la profonda conoscenza delle Scritture con una notevole capacità comunicativa gli ha permesso di raggiungere cuori e menti, rendendo accessibili anche i concetti più complessi e stimolando la riflessione in chiunque lo ascoltasse. 

Egli, sempre accompagnato da sua moglie Elda con cui formava una vera ‘coppia pastorale’, è stato sempre un convinto sostenitore di un dialogo costruttivo tra le diverse confessioni cristiane, e a questo ha dedicato energie e tanta passione. Per lui non si è trattato di un mero esercizio intellettuale, ma di una profonda convinzione dettata dalla fede e dalla consapevolezza che l’unità dei cristiani è un’aspirazione fondamentale del Vangelo. Ha partecipato attivamente a numerosi incontri e commissioni ecumeniche, portando sempre il suo contributo lucido e lungimirante, animato da una sincera volontà di dialogo e collaborazione. In terra di Bergamo il suo impegno di incontro con il mondo cattolico si è espresso non solo negli appuntamenti ufficiali – come la Settimana di preghiera per l’Unità – ma nella cura di molti percorsi di riflessione e preghiera ecumenica sulla Bibbia, nel elaborazione di un comune contributo alla Charta Oecumenica Europea, e in tante altre iniziative a sfondo ecumenico e talora anche interreligioso. 

Non si è trattava mai di incontri asettici e formali, perché il pastore Salvatore ha perseguito tenacemente la costruzione di legami di solida amicizia e stima reciproca, capaci di favorire la consapevolezza di una più profonda fraternità nella fede in Cristo Gesù, senza mai scivolare in accomodanti irenismi.  Per tutti noi è stato davvero un faro di speranza e un instancabile costruttore di ponti.

Mons. Patrizio Rota Scalabrini