La “visita ad limina” è un atto che i Vescovi come rappresentanti delle Chiese locali sono chiamati a compiere periodicamente per esprimere il profondo rapporto di comunione, nella fede e nella carità, che esiste tra le nostre Chiese e la Chiesa universale. L’incontro con il Papa e tutta la curia romana manifesta la realtà viva della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica e l’unità del collegio dei Vescovi.
Il termine latino “ad limina apostolorum” significa “alle soglie degli apostoli” intendendo, a Roma, le tombe dei Santi Pietro e Paolo.
Questo momento ecclesiale così significativo non viene vissuto da ogni Vescovo in modo singolare, ma come “provincia ecclesiastica”, cioè il Vescovo di Bergamo lo vive insieme ai Vescovi della Lombardia.
Il canone 431 del Codice di Diritto Canonico indica il significato giuridico e pastorale della “provincia Ecclesiatica”: “Affinché venga promossa un’azione pastorale comune da parte di diverse diocesi vicine secondo le circostanze di persone e di luoghi, e affinché vengano favoriti in modo più adeguato i mutui rapporti dei Vescovi diocesani, le Chiese particolari più vicine siano riunite in province ecclesiatiche, delimitate da un territorio determinato”. I Vescovi che la compongono formano la “conferenza episcopale regionale”, dove “esercitano congiuntamente alcune funzioni pastorali per i fedeli di quel territorio, per promuovere maggiormente il bene che la Chiesa offre agli uomini, soprattutto mediante forme e modalità di apostolato opportunamente adeguate alle circostanze di tempo e di luogo”.
La provincia ecclesiastica ha la presidenza dell’Arcivescovo Metropolita, che per la Lombardia è Milano. Le altre diocesi sono dette “suffraganee”, accomunate dalle stesse finalità pastorali, legate al territorio e a una evangelizzazione che tenga conto di affinità culturali e sociali e di problematiche comuni.
In Lombardia accanto all’Arcidiocesi Metropolitana di Milano le suffraganee sono: Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Vigevano.
L’attività della Conferenza Episcopale Regionale è strettamente legata a quella della Conferenza Episcopale Italiana, corrispondendo anche con le medesime composizioni di uffici pastorali e di responsabili dei diversi ambiti.
La scelta della Santa Sede di caratterizzare la Visita ad Limina secondo le diverse Conferenze Episcopali, a livello nazionale e quindi regionale, risponde alla esigenza di una uniformità pastorale, sia come relazioni che i Vescovi consegnano al Sommo Pontefice, sia come indicazioni che egli stesso poi consegna alle diverse realtà del territorio.
Non saranno solo i Vescovi a incontrare il Papa, ma a compiere la Visita ad limina sarà autenticamente tutta la Chiesa di Lombardia che negli scorsi mesi si è preparata tramite gli uffici pastorale delle curie di ciascuna diocesi a presentare a Roma dettagliate note di presentazione dei cammini, delle prospettive, delle problematiche, delle realtà sia pastorale che sociali in cui si vive. È tutta la Chiesa di Lombardia, quale espressione delle diverse realtà pastorali, delle varie ministerialità, dei carismi, di tutta l’azione di evangelizzazione che quotidianamente si misura con le problematiche, le situazioni, le culture, le persone dello stesso territorio che entra in dialogo con la Chiesa universale, attraverso gli incontri con ogni congregazione della Curia Romana per le specifiche competenze e soprattutto nel dialogo con il Papa che è simbolicamente non solo la sintesi ma “il segno dell’unità nella fede e nella carità”.
I Vescovi quindi sono chiamati non tanto e solo a espletare una formalità giuridica di presentazione di un rapporto periodico, ma soprattutto a vivere un intenso momento di comunione, con il Successore di Pietro e con i Successori degli Apostoli, proprio riandando alle radici delle fede, alle soglie degli Apostoli.
Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Matteo Maria Zuppi, ha così commentato questo momento ecclesiale che oltre la Lombardia interesserà nei prossimi mesi tutte le regioni italiane: “Consci del rapporto privilegiato che lega le Chiese italiane con il Papa, viviamo la visita ad limina come un momento che rende ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria e insostituibile per la Chiesa sinodale. Il nostro venire a Roma è, pertanto, un’opportunità per portare la ricchezza, la bellezza, ma anche le fatiche dei nostri vissuti ecclesiali e del nostro camminare insieme. Allo stesso tempo, incontriamo il Papa come Vescovo di Roma per condividere con lui le sfide odierne per l’annuncio del Vangelo, accogliendo come consegna la sua parola per tutte le nostre Chiese. E tutto questo in uno stile di grande franchezza, requisito essenziale per una Chiesa che voglia essere tutta sinodale”.