Stiamo vivendo un altro mese di gennaio che tradizionalmente porta con sé la memoria di S. Giovanni Bosco: il patrono dell’affascinante, variegato (e in questi tempi, anche sofferto) mondo educativo. Sappiamo che sul tappeto ci sono tante questioni che rendono questi giorni più complessi del solito: la stanchezza generata dalla sospensione continua in cui ci troviamo, la fatica già pregressa nel portare avanti le proposte ordinarie, le sempre nuove indicazioni da osservare per fare le cose in sicurezza e uscire dalla pandemia ecc.
Per grazia, la memoria educativa di San Giovanni Bosco può ancora una volta richiamare molto di più. Innanzitutto, la passione dell’intera comunità cristiana per la cura delle giovani generazioni e ciò di cui hanno realmente bisogno. In secondo luogo, un buon pensiero pastorale a sostegno dell’attesa che gli Oratori tornino a riaprirsi, non tanto per fare qualcosa quanto per esserci per quello che servirà. In terzo luogo, la promozione di alleanze, sempre più necessarie tra istituzioni (soprattutto ecclesiali) perché capaci di liberare nuove energie educative. In altre parole: è davvero necessario che, in questi tempi e con forme costruttive e competenti, la questione educativa possa circolare tra noi e prendere dimora nei pensieri, nelle preghiere e nelle disponibilità di tutti. Un po’ come è accaduto l’estate scorsa, quando ci siamo ritrovati a tessere nuove prospettive, nuove forme di collaborazione e di convergenza. L’auspicio è che ogni comunità, ogni equipe educativa, ogni gruppo di educatori possa trovare il suo tempo, il suo spazio e il suo metodo.
L’Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva mette a disposizione alcune proposte. Uniche ma anche complementari: quasi a dire che il tema della cura educativa attraversi territori contigui, in cui sostare e da cui trarre spunto e coscienza.
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