Care sorelle e fratelli, il Vangelo che abbiamo appena ascoltato segna in maniera indimenticabile la nostra fede: Gesù crocifisso con presso di lui, nel momento della morte, sua madre. Stava. Tra coloro che sono rimasti vicino a Gesù fino alla fine c’è proprio sua madre. Gesù volge lo sguardo a lei. Possiamo immaginare gli occhi del crocifisso mentre consegna sua madre al discepolo e consegna il discepolo a sua madre.
Una delle iniziali conseguenze della pandemia è stata la scomparsa della Chiesa. Vietate tutte le liturgie, ogni forma di incontro comunitario, la possibilità di visitare famiglie, anziani e malati, chiusi oratori, centri di ascolto, scuole parrocchiali e paritarie, impediti gli ingressi negli ospedali e nelle case di riposo, la Chiesa si è ritrovata senza corpo, invisibile.
Care sorelle e fratelli, abbiamo appena udito che la sera del giorno di Pasqua, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, per timore dei Giudei, venne Gesù. Gesù viene a porte chiuse. Non sfondando la porta.
Care sorelle e fratelli, innanzitutto grazie! Grazie a voi per la vostra presenza. Grazie a coloro che ci hanno offerto la testimonianza. Grazie a coloro che ci stanno seguendo dalle loro case, non soltanto per ascoltare le parole che ci vengono offerte ma per pregare insieme.
Cari fratelli, c’è qualcosa di provvidenziale nella collocazione particolare di questa celebrazione della Messa Crismale: la prossimità alla Pentecoste.
Care sorelle e fratelli, ben ritrovati a questo appuntamento di preghiera con il Santo Rosario nel mese di maggio. In questi mesi abbiamo pregato con intensità a partire da una prova che ci ha coinvolto tutti e che ha visto protagonisti tante persone che abbiamo ricordato di volta in volta in modo particolare.
On line gli audio delle omelie della seconda, della terza, della quarta, della quinta e della sesta domenica del Tempo di Pasqua.
Care sorelle e fratelli, ci ritroviamo per questa preghiera che ormai è diventata un nostro appuntamento. La preghiera del Santo Rosario quest’oggi la innalziamo a Maria e al Signore in un luogo che ci è molto caro: il nostro seminario diocesano.
Care sorelle e fratelli, iniziamo questa Eucaristia nel giorno della memoria di San Giuseppe lavoratore che è diventata la festa del lavoro, la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, una tradizione che in tutto il mondo si celebra. Le condizioni che stiamo tutti sperimentando da mesi non ci permettono di ritrovarci insieme.
Care sorelle e fratelli,
ci ritroviamo per questo momento di preghiera che sta diventando particolarmente caro a molti e soprattutto a me. Siamo in condizioni particolari, ma proprio questa particolarità ispira ancora più intensamente la nostra preghiera.