13-11-2016
Care sorelle e fratelli, i gesti di questa Eucaristia semplice e solenne sono capaci di parlare, così come le parole che abbiamo ascoltato dalla Sacra Scrittura e particolarmente nel Vangelo. Le mie vogliono soltanto riecheggiare alcuni pensieri e alcuni sentimenti che si accompagnano a questa conclusione del Giubileo della Misericordia.
Da secoli preghiamo e continueremo a pregare dicendo a Dio: “eterna è la tua misericordia”. Nell’orazione che abbiamo rivolto a lui, a questo aggettivo abbiamo aggiunto “infinita”. La misericordia di Dio è per sempre e per tutti.
Proprio questa consapevolezza ha aperto il nostro cuore e ancora con trepidazione lo continua ad aprire per accogliere il dono della misericordia di Dio. Innanzitutto riconoscendolo nella fede e poi concretamente convertendoci alla misericordia. Particolarmente vogliamo convertirci dalle opere di misericordia che il Vangelo ci ha consegnato ad un cuore misericordioso.
Care sorelle e fratelli, un cuore misericordioso sarà capace di conoscere, perseguire e realizzare opere di misericordia antiche e nuove. Nello stesso tempo, se veramente crediamo alla misericordia di Dio, l’esercizio di queste opere convertirà nostro cuore, perché non ci sia separazione tra il cuore e le opere. Dal cuore vengano opere di misericordia e opere di misericordia trasformino il nostro in un cuore misericordioso.
L’altra grande dimensione della misericordia è quella del perdono dei nostri peccati, alla quale ci siamo disposti in modo speciale durante questo Anno Santo. Che l’esperienza del perdono di Dio ci introduca giorno dopo giorno nelle realtà decisive e anche discrete delle nostre vite familiari, fino alle realtà più grandi della vita di un Paese e del mondo intero, a continue, convinte, pazienti prassi di riconciliazione.
Abbiamo udito ancora una volta il Profeta annunciare l’anno di grazia e dobbiamo proprio dire che la nostra Chiesa di Bergamo ha vissuto un anno di grazia in comunione con tutte le Chiese e con il Papa, che ringraziamo con tutto il cuore per questo Giubileo. Proprio qui in Cattedrale sono state decine e decine le parrocchie e i gruppi, i nostri Vicariati, migliaia e miglia di persone che hanno compiuto il pellegrinaggio giubilare passando dalla Porta della Misericordia. Non posso dimenticare – e qui sono rappresentate da tanti sacerdoti – le 28 chiese giubilari distribuite nella nostra diocesi e, insieme alla Cattedrale, le chiese cittadine a questo deputate e tra loro permettete di ricordare la chiesa del Patronato San Vincenzo che è diventata chiesa giubilare proprio perché è segno di quella misericordia che diventa carità, solidarietà, accoglienza quotidiana.
Non possiamo dimenticare la Porta della Misericordia aperta in carcere e in ospedale, i pellegrinaggi parrocchiali, vicariali e il pellegrinaggio diocesano a Roma passando attraverso alcune opere di misericordia lungo l’Italia.
Mi piace ricordare in questo anno di grazia i 1.800 giovani bergamaschi che hanno partecipato in Polonia alla Giornata Mondiale della Gioventù nel segno della Misericordia e la loro intensa visita (più di 2.000) nel carcere di Bergamo in occasione della veglia delle Palme.
L’anno di grazia è stato connotato da una sempre più ampia accoglienza di migranti che si è accompagnata alla costante attenzione ai disoccupati, a coloro che vivono precarietà e fragilità, alle tante famiglie che sono attraversate dal bisogno. La sistemazione del Galgario nella nostra città è soltanto un segno di questa diffusa opera di misericordia di cui tanti si sono rivelati interpreti. Anche oggi la vostra presenza dice l’incarnazione della misericordia nei mondi più diversi e più diffusi.
Ringraziamo il Signore per l’anno della Misericordia. Io desidero dire grazie a tutti coloro che hanno donato la loro disponibilità perché quest’anno avesse il sapore della verità.
Ha detto l’Apostolo: “Per mezzo di lui, Gesù Cristo, abbiamo l’accesso alla grazia misericordiosa”. La porta è lui, è Cristo. La porta diventiamo noi nella misura in cui la Chiesa continua a rappresentare questa capacità “invitante” di Cristo, attraente. Una Chiesa dalle porte aperte. Nello stesso tempo il volto della misericordia è quello di Cristo. Noi che siamo la sua comunità dobbiamo disegnare ogni giorno insieme il volto misericordioso di Gesù.
Care sorelle e cari fratelli, all’inizio con commozione vi ho detto della chiusura della Porta della Misericordia e della chiusura dell’Anno Santo.
Il tempo si può calcolare. Ma la grazia misericordiosa di Dio è incalcolabile.
Il tempo passa, ma la grazia misericordiosa di Dio è per sempre.
Il tempo da solo è insensato, vuoto e la solitudine di tante donne e uomini nel mondo dice di questa insensatezza di un tempo che ritrova il suo significato quando è abitato dall’amore, dalla carità, dalla misericordia. È la grazia misericordiosa che dà significato al tempo.
“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”.
Abbiamo bisogno di tempo?
Abbiamo bisogno di misericordia!
(trascrizione da registrazione)