Ordinazioni diaconali

31-10-2012
Cari fratelli e sorelle,

 
ci stiamo introducendo nella preghiera all’ordinazione di questi giovani come diaconi. Un dono di Dio nell’itinerario che stanno compiendo verso la loro ordinazione sacerdotale.
 
Carissimi, è un dono di Dio e nello stesso tempo è una vostra scelta, la risposta che voi state dando al dono di Dio, una risposta che vi assimila sempre di più a Gesù. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. Egli pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo”.
 
Siete sette, come i primi diaconi e noi ci auguriamo che questo rappresenti un nuovo inizio anche per noi. Sette diaconi, chiamati dunque, come i primi, al servizio della carità, una carità che parli del Vangelo, che mostri il Vangelo, che testimoni il Vangelo. Proprio per questo siete chiamati al servizio stesso di annunciare il Vangelo. In questi giorni che concludono il Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione, noi con gioia e con speranza vi guardiamo proprio come nuovi evangelizzatori.
 
Chiamati anche al servizio dell’altare. Non semplicemente un servizio all’altare. Siete chiamati a questo servizio che in ultima analisi non è soltanto all’altare di pietra, ma all’altare vivente che è Cristo stesso.
 
Servizio della carità, servizio del Vangelo, servizio dell’altare.
 
Avete voluto connotare questa risposta al dono del servizio con un motto che accompagna la vostra immagine: è una preghiera, è il salmo che dice: “servite il Signore nella gioia”.
 
E allora mi piace raccontare una piccola storia. Una volta il Baal Shem arrivò poco prima del nuovo anno in una città e domandò alla gente chi officiasse nei giorni terribili. Gli risposero che era il Rav stesso della città. E qual è il suo modo di pregare? Chiese ancora il Baal Shem. “Il giorno del perdono – gli dissero – egli recita tutte le confessioni dei peccati con le melodie più gioiose”. Il Baal Shem mandò a chiamare il Rav e gli chiese ragione del suo strano comportamento. “L’infimo tra i servi del re, rispose il Rav, che ha da pulire dal sudiciume il cortile esterno canta durante il lavoro le sue allegre canzoni, poiché egli compie il suo lavoro per far piacere al re”. “Mi tocchi una sorte simile alla vostra” disse il Baal Shem.
 
Carissimi, il diaconato è servizio della carità, del Vangelo, dell’altare e voi volete vivere questo servizio nella gioia: la gioia di servire il Signore perché è il Signore. Questa è la testimonianza che noi vogliamo intravvedere nella vostra vita e nel vostro servizio. Servire, servire il Signore, servirlo nella gioia perché è il Signore.
 
Cari fratelli e sorelle, quante testimonianze di servizio. Ebbene, in questo momento vogliamo percepire nell’ordinazione di questi giovani qualcosa di più grande di ogni nostro gesto di amore e di servizio. Questa grandezza è ciò che ci spinge, ciò che ci muove, ciò che ci motiva profondamente al servizio: ed è il Signore.
 
La gioia di servire il Signore perché è il Signore.
 
La gioia di servire “come” il Signore. La Chiesa conta su di voi perché diffondiate nella comunità cristiana e nella società lo spirito di servizio così necessario e così carente, perché oggi ciascuno cerca piuttosto se stesso, il proprio guadagno, il proprio interesse, il proprio tornaconto; cerca di far servire le cose, le circostanze e perfino gli altri a se stesso. Voi con coraggio – che è dovuto ad un miracolo divino – scegliete invece di servire Cristo, di servire i fratelli, non voi stessi. Scegliete di essere come Gesù, che è venuto per servire, non per essere servito. La gioia di servire come il Signore.
 
Questa gioia che vogliamo manifestare anche nei gesti, nei canti e nella preghiera intensa di questa celebrazione, non è soltanto “la gioia del servizio” ma è anche “il servizio della gioia”. Siate servitori della gioia degli uomini e delle donne che il Signore vi affida, dei giovani particolarmente.
 
Siate non solo gli annunciatori del Vangelo delle beatitudini, che abbiamo appena ascoltato, ma siate coloro che testimoniano e riconoscono e aiutano a vivere la gioia delle beatitudini.
 
Carissimi, tra poco nell’imminenza della preghiera che vi ordina diaconi, invocheremo tutti i Santi, proprio in questa sera ormai della festa di Santi. Ed è bello invocare su di voi tutti i Santi nel giorno in cui tutta la Chiesa benedicese il Signore per la loro santità. Sono i Santi che scandiremo senza fine pensando anche a tutti quelli che in questo momento non proclameremo. Loro sono i servi del Signore, loro sono i testimoni della beatitudine, cioè della gioia definitiva.
 
Con profonda consolazione, con tanto coraggio e con profonda gioia disponetevi a ricevere il dono del Signore accompagnati dalla preghiera di noi tutti e dall’intercessione dei Santi.
 
(trascrizione da registrazione)